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Polledri (Lega): "Legge anti stupri, anche la Provincia si costituisca parte civile"

Fonte ufficio stampa Lega Nord

"Legge anti-stupri: un atto di rispetto nei confronti delle donne che segna un punto di svolta nella lotta a un crimine vergognoso. Con l'inasprimento delle pene per il reato di violenza sessuale le nostre donne saranno più sicure e garantite e, con loro, l'intera comunità. Violare una donna è violare la comunità. Ora che la nostra Provincia si costituisca parte civile nei processi, visto che il testo approvato a Montecitorio contempla questa nuova possibilità senza il parere preventivo del magistrato".
Il deputato della Lega Nord, Massimo Polledri plaude al si bipartisan ottenuto dalla proposta di legge che inasprisce le pene per il reato di violenza carnale. Il testo, ora, attende l'approvazione del Senato. Intanto, dalla Provincia, il consigliere del Carroccio, Massimiliano Dosi, presenterà a giorni una mozione in cui chiederà la costituzione di parte civile dell'ente di via Garibaldi, come previsto dalla nuova legge. "Plaudo - commenta Dosi - all'iniziativa del Governo. Era ora che venisse dato un segnale in questa direzione. Il caso-Bianchini, di cui riferiscono le cronache in questi giorni, è solo l'ultimo di una lunga catena".
"E' una battaglia di civilità - prosegue Polledri - un segnale importante che vogliamo dare al Paese".
Molte le aggravanti introdotte: violenza commessa su minori di 16 anni, con l'uso di armi, di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti, da persona travisata che simula la qualità di pubblico ufficiale, su una persona sottoposta a limitazioni di libertà personale; su una donna incinta; su persona in condizioni di inferiorità fisica o psichica; su un disabile. L’aggravante, cioè la reclusione dai sette ai quindici anni, scatta anche nel caso in cui la violenza sessuale venga commessa da un ascendente, da un genitore, anche se adottivo o da un tutore, o nel caso in cui il delitto avvenga sul luogo di lavoro con abuso di relazioni di ufficio o di prestazione d’opera. Aumentano gli anni di reclusione fino a sedici anni se il fatto è commesso su un minore di dieci anni.
"Aver contemplato questi casi segna una svolta epocale - continua il parlamentare del Carroccio -. Secondo l'ultima indagine Istat sono stimate in 6 milioni e 743 mila le donne dai 16 ai 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Stando ai dati diffusi dall'Associazione telefono rosa, nel 52% dei casi l'autore della violenza ai danni delle donne è il marito o il partner, in ogni caso una persona conosciuta. L'introduzione di aggravanti specifiche, oltre a rappresentare una presa d'atto del problema, permetterà di assicurare alla giustizia chi si macchia di un crimine così ignobile. Ora non ci saranno più colpevoli che possono evitare la galera".
 

 
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