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Castagnetti: "Con la riforma Gelmini a rischio le scuole di Roncaglia e S. Antonio"

Desidero intervenire e dare il mio contributo al tema “scuola”, più che mai di attualità in questi giorni. Mi chiedo: siamo davvero consapevoli delle ripercussioni sul nostro territorio della “riforma Gelmini”? La domanda è rivolta all’Amministrazione Comunale, all’Ufficio Scolastico Provinciale, ai dirigenti scolastici e ai genitori. Questi soggetti, a mio avviso, sono coinvolti, e proprio dalle scelte di tutti dipende il futuro dell’assetto delle scuole (almeno primarie) del Comune di Piacenza. Nessuno può chiamarsi fuori o delegare la responsabilità, in quanto, la riforma, per come è impostata, detta parametri precisi che possono portare, volenti o meno, cambiamenti radicali.

E’ noto che nella legge Gelmini, vengono descritte alcune regole che impongono l’attribuzione di personale docente (e quindi l’avvio o la chiusura di classi o plessi) sulla base di semplici ma precisi criteri:

  1. Il non avvio di classi con meno di 15 alunni;

  2. La chiusura di plessi con meno di 50 iscritti;

  3. L’attribuzione di organico sui plessi e non sulle direzioni didattiche.

Si corre quindi il rischio che, se non ci saranno alunni a sufficienza, alcune scuole di Piacenza possano essere soppresse. Questo rischio, in particolare, riguarda le scuole di Roncaglia e di S. Antonio. Sorge pertanto spontanea una seconda domanda: il numero di plessi ora funzionanti è adeguato alla città (frazioni comprese), oppure è plausibile che queste due scuole possano essere chiuse perché il sistema scolastico deve essere ridimensionato? Una riflessione in tal senso deve essere fatta da tutti ed è indispensabile l’impegno dell’ente locale che deve fornire i servizi necessari alla scuola (mensa, manutenzione, trasporti funzionali alle scuole di riferimento, sussidi); così come è importante il ruolo dei genitori perché, sempre di più, si rivolgano alla scuola di riferimento per l’iscrizione dei figli valorizzando il territorio e dei dirigenti perché attuino una politica comune in merito alle iscrizioni.

Amministrazione Comunale, Amministrazione scolastica, dirigenti scolastici, se ritengono che l’attuale sistema sia quello più efficace e idoneo, devono fare fronte comune per garantirne l’esistenza. Devono essere i custodi del territorio senza subire regole che, dettate dall’alto, sulla base di parametri molto generali, possono stravolgere il sistema, oppure fare in modo che, qualora dovesse esserci un cambiamento, questo derivi dall’analisi e dalla conoscenza del territorio senza pressioni dall’alto.

Ora siamo in tempo per affrontare questi problemi e a sottoscrivere un patto che unisca tutti gli attori chiamati in causa, per mantenere, se si vuole, o, meglio ancora, per valorizzare il sistema scolastico di Piacenza. Personalmente ritengo che il sistema scolastico così come è organizzato sia idoneo alla nostra collettività e che un suo ridimensionamento sarebbe molto negativo; la responsabilità è di tutti e non solo dell’Amministrazione Comunale dato che, per raggiungere il suo obiettivo (quello di non chiudere alcun plesso scolastico) ha bisogno della collaborazione di tutti. Se lasciato “solo” ad agire subirebbe le conseguenze dei criteri stabiliti dalla “legge Gelmini”.

Solo per questioni di spazio non ho affrontato altri temi come il maestro unico di riferimento, oppure le ripercussioni sull’offerta formativa e molto altro: avremo modo, comunque di confrontarci anche su questi e tanti altri temi.

Giovanni Castagnetti

Assessore al Futuro del Comune di Piacenza

Desidero intervenire e dare il mio contributo al tema “scuola”, più che mai di attualità in uesti giorni. Mi chiedo: siamo davvero consapevoli delle ripercussioni sul nostro territorio della “riforma Gelmini”? La domanda è rivolta all’Amministrazione Comunale, all’Ufficio Scolastico Provinciale, ai dirigenti scolastici e ai genitori. Questi soggetti, a mio avviso, sono coinvolti, e proprio dalle scelte di tutti dipende il futuro dell’assetto delle scuole (almeno primarie) del Comune di Piacenza. Nessuno può chiamarsi fuori o delegare la responsabilità, in quanto, la riforma, per come è impostata, detta parametri precisi che possono portare, volenti o meno, cambiamenti radicali.

E’ noto che nella legge Gelmini, vengono descritte alcune regole che impongono l’attribuzione di personale docente (e quindi l’avvio o la chiusura di classi o plessi) sulla base di semplici ma precisi criteri:

  1. Il non avvio di classi con meno di 15 alunni;

  2. La chiusura di plessi con meno di 50 iscritti;

  3. L’attribuzione di organico sui plessi e non sulle direzioni didattiche.

Si corre quindi il rischio che, se non ci saranno alunni a sufficienza, alcune scuole di Piacenza possano essere soppresse. Questo rischio, in particolare, riguarda le scuole di Roncaglia e di S. Antonio. Sorge pertanto spontanea una seconda domanda: il numero di plessi ora funzionanti è adeguato alla città (frazioni comprese), oppure è plausibile che queste due scuole possano essere chiuse perché il sistema scolastico deve essere ridimensionato? Una riflessione in tal senso deve essere fatta da tutti ed è indispensabile l’impegno dell’ente locale che deve fornire i servizi necessari alla scuola (mensa, manutenzione, trasporti funzionali alle scuole di riferimento, sussidi); così come è importante il ruolo dei genitori perché, sempre di più, si rivolgano alla scuola di riferimento per l’iscrizione dei figli valorizzando il territorio e dei dirigenti perché attuino una politica comune in merito alle iscrizioni.

Amministrazione Comunale, Amministrazione scolastica, dirigenti scolastici, se ritengono che l’attuale sistema sia quello più efficace e idoneo, devono fare fronte comune per garantirne l’esistenza. Devono essere i custodi del territorio senza subire regole che, dettate dall’alto, sulla base di parametri molto generali, possono stravolgere il sistema, oppure fare in modo che, qualora dovesse esserci un cambiamento, questo derivi dall’analisi e dalla conoscenza del territorio senza pressioni dall’alto.

Ora siamo in tempo per affrontare questi problemi e a sottoscrivere un patto che unisca tutti gli attori chiamati in causa, per mantenere, se si vuole, o, meglio ancora, per valorizzare il sistema scolastico di Piacenza. Personalmente ritengo che il sistema scolastico così come è organizzato sia idoneo alla nostra collettività e che un suo ridimensionamento sarebbe molto negativo; la responsabilità è di tutti e non solo dell’Amministrazione Comunale dato che, per raggiungere il suo obiettivo (quello di non chiudere alcun plesso scolastico) ha bisogno della collaborazione di tutti. Se lasciato “solo” ad agire subirebbe le conseguenze dei criteri stabiliti dalla “legge Gelmini”.

Solo per questioni di spazio non ho affrontato altri temi come il maestro unico di riferimento, oppure le ripercussioni sull’offerta formativa e molto altro: avremo modo, comunque di confrontarci anche su questi e tanti altri temi.

Giovanni Castagnetti

Assessore al Futuro del Comune di Piacenza

 

 
Voci correlate:
  • Giovanni Castagnetti
  • Riforma Gelmini
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