Comunicato diffusa da Cigl Piacenza in risposta alla posizione espressa dall'onorevole Massimo Polledri (Lega) sulle badanti straniere. (leggi l'intervento di Polledri)
Dopo un’attenta elaborazione dei dati in possesso dell’Ufficio colf e badanti della Camera del Lavoro di Piacenza - primo come numero di pratiche in provincia – la CGIL smentisce nel modo più categorico la dichiarazione dell’onorevole Massimo Polledri della Lega Nord quando dice che “buona parte delle domande per l’assunzione di operatrici domestiche straniere è richiesta dagli stessi extracomunitari”.
L’onorevole dichiara – non citando la fonte – che il 48% delle domande di richieste di questo tipo su scala nazionale è portata avanti da extracomunitari. Invece, delle centinaia e centinaia di pratiche sbrigate dagli uffici della Camera del lavoro, si attesta che il 91% delle stesse sono avanzate da cittadini italiani, solo il 9% è di cittadini extracomunitari. Questo non toglie la possibilità a cittadini stranieri, regolarmente soggiornanti, senza aver alcun reato contestato, di far entrare nel solco della legge attuale (decreto flussi) altri cittadini stranieri essendo loro datori di lavoro. Questo solo per smentire nei fatti le dichiarazioni dell’onorevole Polledri.
Nel merito invece della legge n.733 approvata al Senato il 2 luglio 2009, ancora una volta con voto di fiducia, la Cgil di Piacenza pensa fermamente che la stessa apra una profonda ferita nel nostro ordinamento giuridico e nella nostra democrazia, comprimendo spazi di libertà e del rispetto per le dignità delle persone. Il provvedimento prevede ronde di cittadini e il reato di clandestinità, allunga i tempi di permanenza nei Cie fino a 18 mesi (quando un italiano può essere privato della propria libertà solo 48+48 ore), introduce l’albo dei clochard (sic).
La CGIL ritiene che tutti i lavoratori che oggi vengono impiegati in un lavoro in nero o irregolare vengano regolarizzati attraverso un provvedimento che modifichi questa legge. Dopo mesi di proteste sono sparite le norme che costringevano i medici a denunciare chi si cura negli ospedali e i prèsidi a chiedere il permesso di soggiorno a chi iscrive i figli a scuola, ma in compenso è rimasta la norma che toglie la patria potestà al genitore clandestino.
Siamo d’accordo con quanto scritto sul suo blog dal primo cittadino di Piacenza, il reato di clandestinità punisce una condizione di nascita e non un reato compiuto.
Tornando alle badanti, la Cgil di Piacenza nota come secondo il ministero del Lavoro (dati 2007) grazie al lavoro delle collaboratrici familiari il nostro sistema ha risparmiato 6 miliardi di euro. Un sistema che è incapace di sostenere appieno le fatiche delle famiglie nell’assistenza ai non autosufficienti: da anni chiediamo una legge che non arriva.
Per la segreteria Cgil di Piacenza,
il segretario Gianni Copelli
il repsonsabile dell'ufficio stranieri Bruno Carrà
P.S.
In allegato una nota “illuminante”
"Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali".
"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".
Il testo è tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912
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