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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Ponte, serve un mese per la terza perizia. Demolizione a settembre?

La procura di Lodi ha affidato ieri mattina a due tecnici la terza perizia sul ponte crollato il 30 aprile scorso. Ma questa volta le attenzioni dei magistrati si concentrano non tanto sulla struttura quanto sull'alveo e sugli effetti che la piena può aver prodotto sulle pile: i due periti sono infatti un ingegnere idraulico, Stefano Mambretti (del Politecnico di Milano) e un topografo, Fabrizio Ciapponi. Hanno 30 giorni di tempo per fornire alla procura di Lodi le loro valutazioni scientifiche ed in particolare una verifica rigorosa su un eventuale spostamento delle pile in alveo, a seguito della piena e delle modifiche del corso del Po. In procura a Lodi si sono presentati alcuni degli avvocati dei 16 indagati (funzionari Anas e rappresentanti di ditte incaricate di lavori da 15 anni a questa parte): hanno la facoltà di difendersi, nominando dei periti di parte. I periti di Anas saranno l'ingener Michele Mele (il progettista del nuovo ponte) e Alberto Galli. Degli altri indagati soltanto uno ha designato un consulente di parte.  

Riguardo alla data di avvio dei lavori per il nuovo viadotto, tutto è subordinato al lavoro della magistratura: un mese da oggi occorrerà per la stesura della nuova perizia, difficile pensare che la demolizione del ponte crollato inizi prima di settembre. Poi sarà necessario effettuare la valutazione d'impatto ambientale (Via) del nuovo progetto e indire l'appalto di gara per i lavori. Sempre in attesa del decreto d'urgenza della Protezione Civile, che può snellire procedure e sbloccare i finanziamenti. Manca ancora il via libera della Regione Piemonte (dopo quelli di Emilia Romagna e Lombardia) che dovrebbe giungere a breve.       

"Il Cittadino" intervista Grandini, padre del ferito del crollo

"C’era un dislivello sul ponte, alcuni mesi prima che crollasse. Poi però lo hanno ripianato con dell’asfalto". Lo sostiene Giuliano Grandini di Caselle Landi in un'intervista a "Il Cittadino" di Lodi. Giuliano è papà di Marco, 27 anni: il ferito più grave per il disastro del 30 aprile, e resta convinto che il cedimento di una campata, piombata in acqua assieme agli automobilisti in transito, si potesse evitare. "In famiglia, quando ne avevo parlato, mi avevano rassicurato - dice Grandini al cronista del quotidiano di Lodi - mia moglie mi ha detto: non preoccuparti, avranno fatto dei controlli sotto". E invece il loro figlio ha visto la morte in faccia e tuttora passa le settimane, da lunedì a venerdì, nel centro di riabilitazione di Villanova d’Arda, per riallineare le vertebre. Sta migliorando, e presto penserà anche a come muoversi per un risarcimento danni tanto scontato quando doverosamente ingente.

In procura al via la terza perizia. Per il decreto d'urgenza manca la firma della Regione Piemonte

Ieri intanto carabinieri e vigili del fuoco hanno compiuto un ulteriore sopralluogo sulla struttura crollata e oggi in procura a Lodi si ritroveranno gli avvocati dei 16 indagati (funzionari Anas e rappresentanti di ditte incaricate di lavori da 15 anni a questa parte). Sono stati convocati per partecipare - sempre che intandano farlo - alla terza perizia disposta dalla procura di Lodi sul ponte, prima che sia demolito e ricostruito. Che sia l'ultima lo spera il sindaco Roberto Reggi: "Proprio dalla data del dissequestro decorreranno i tempi che Anas si è impegnata a rispettare - spiega Reggi a "Il Cittadino" - quattro mesi più un altro mese per il bando per realizzare il ponte provvisorio, e quattordici mesi per la ricostruzione. Infatti per il riconoscimento della procedura d’urgenza manca solo la condivisione della Regione Piemonte, attesa a ore, visto che Lombardia ed Emilia hanno già firmato". I fondi per il ponte provvisorio (7 milioni) e per la ricostruzione di quello della via Emilia (40 milioni) saranno quindi attinti nel “pacchetto” per l’alluvione del 27,28 e 29 aprile, con forti piogge partite proprio dal Piemonte. 

Pressing di Francesconi (Pdl) sulla Regione (fonte ufficio stampa)

Torna a sottoporre alla Regione il problema del ponte di Piacenza il Consigliere Regionale Luigi Francesconi (PdL), che, dopo due settimane, torna ad interrogare la Giunta di via Aldo Moro “Per mantenere calda l’attenzione delle Istituzioni”.
A tutt’oggi, infatti, il ponte crollato lo scorso 30 aprile risulta sequestrato dall’autorità giudiziaria che ha iniziato un’inchiesta sull’accaduto.
Sul fronte istituzionale la Provincia e il Comune di Piacenza, insieme ad ANAS ed alla Provincia di Lodi si stano muovendo per predisporre il progetto e valutare soluzioni temporanee, come il ponte di barche, che attutiscano le gravi conseguenze di tipo viabilistico ma anche economico dovute alla chiusura del ponte, in particolare i disagi per i piacentini che lavorano in area lombarda e viceversa e per le imprese commerciali che traevano beneficio dal forte passaggio.
La Protezione Civile Nazionale, dal canto suo, ha predisposto una ordinanza d’urgenza per poter rapidamente intervenire superando i vincoli burocratici, ordinanza che comprende anche i danni alluvionali avvenuti a Piacenza, Pavia e Alessandria nel mese d’aprile.
Il documento, la cui bozza è stata firmata dalle tre Regioni interessate, è stato trasmesso questa settimana al Governo che dovrà approvarlo e definire l’adeguato stanziamento economico, anche a fronte delle nuove emergenze verificatesi (oltre all’Abruzzo anche la strage di Viareggio).
“Benchè il ponte crollato non sia di competenza emiliana ma lombarda – spiega Francesconi – invito la Giunta a non abbassare la guardia e a fare il possibile per fornire risposte certe agli Enti Locali ed ai cittadini in merito a tempi e costi.
Chiedo altresì un impegno da parte della Regione affinchè il nuovo ponte risolva in parte le problematiche che aveva il precedente: oltre alla resistenza ai sempre più frequ4nti imprevisti naturali, la presenza di una sede stradale adeguata ala mole di traffico con il raddoppio delle corsie, la realizzazione di una pista ciclabile e di un marciapiede in sicurezza ed il miglioramento dell’interconnessione col sistema stradale piacentino per ridurre le code che s verificavano a barriera Milano praticamente ad ogni ora del giorno.”
“Invito la nostra Regione – conclude – a collaborare con tutte le Istituzioni per sveltire le pratiche, anche in relazione ai rimborsi per le alluvioni, e a non lasciare soli gli Enti Locali piacentini nel sostenere gli ingenti costi di realizzazione del ponte provvisorio e delle connesse opere viabilistiche.”
 

 

 
Voci correlate:
  • Lodi
  • ponte sul Po
  • Commenti:


    ponte
    finito il G8, non si potrebbe richiedere un intervento diretto di Bertolaso per snallire la parte burocratica e sveltire le perizie? cercate di unire tutte le forze politiche per risolvere il problema.
    lella
    11/07/2009  09.34

    ponte?
    ormai l'abbiamo capito, è inutile che contuinino a prenderci per i fondelli. finiranno prima il duomo di milano.
    alessandro
    10/07/2009  17.05


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