Si allungano i tempi per il dissequestro del ponte sul Po. Come riportato dal quotidiano Il Cittadino di Lodi, nonostante la promessa di celerità che era stata fatta dal procuratore capo di Lodi Giovanni Pescarzoli all'indomani del crollo del 30 aprile scorso, sembra ormai certo che bisognerà attendere altre settimane prima di poter vedere partire i lavori di ripristino della viabilità. Stamattina sono stati convocati in procura tutti gli indagati, una quindicina, per l'atto di conferimento dell'incarico di una terza perizia ai nuovi tecnici di parte legale. Nelle prime due, si era ricercato il rapporto tra l'ondata di piena del Po, passata da poche ore al momento del crollo, le eventuali escavazioni abusive in alveo e i conseguenti spostamenti dei piloni; quindi, dopo che gli esperti avevano escluso queste circostanze, la Procura aveva chiesto un secondo parere, a esperti di strutture, sulle condizione del ponte. Parere al quale il procuratore capo aveva dato lettura molto preoccupata, parlando di “ponte da demolire”.
Ora, agli esperti designati dal sostituto procuratore Delia Anibaldi verrà dato mandato di compiere un atto di indagine tecnico irripetibile, al quale devono essere messi in condizione di partecipare anche le persone che potenzialmente potrebbero aver avuto responsabilità nel crollo, pena l'inutilizzabilità della perizia in un eventuale processo. Proprio la convocazione al conferimento d'incarico di domani è il contenuto degli avvisi notificati lunedì scorso dalla Procura di Lodi agli iscritti sul registro degli indagati. Con l'incarico di domani, invece, si cominceranno a raccogliere le prove. Alla perizia parteciperà anche un tecnico di fiducia dell'ANAS, potenziale parte offesa in caso di responsabilità di suoi dipendenti.
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