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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Bonetti (A sinistra - Pd): "Congresso, urge una nuova politica"

Comunicato dell'area "A Sinistra" del Partito Democratico

Al Partito Democratico non è mancata finora la capacità di agire. È mancata una scelta democratica, condivisa e quindi unificante degli obiettivi politici.
Il congresso è un’occasione di democrazia perché permette di scegliere in un dibattito pubblico e di massa i contenuti e gli obiettivi della nostra politica.
Questo processo è più importante di quello della scelta dei candidati che da solo non promuove contenuti alternativi e non è tale da cambiare la situazione del partito.
Ci rivolgiamo prima di tutto a chi ha condiviso l’esperienza dell’area “a sinistra” ritenendo che possa avere un ruolo significativo nelle scelte congressuali e più in generale a tutto il partito in cui è necessario avviare la discussione sul futuro della nostra politica.
È diffusa la convinzione che nel P. D. ci sia bisogno di innovazione e spesso la si individua nell’avvento di una nuova generazione di politici.
Questa non è innovazione politica. Innovazione è proporre all’Italia una nuova politica non una nuova composizione anagrafica degli organismi dirigenti.
Le ultime elezioni europee all’interno degli schieramenti di centro-sinistra dei diversi paesi hanno premiato le forze che hanno espresso forti contenuti programmatici anche se a volte solo di protesta.
 È una richiesta di scelte chiare e radicali.
Il problema principale della società italiana è la riduzione dei redditi reali dei lavoratori siano essi dipendenti o autonomi, precari o pensionati.
I governi di Centro destra hanno realizzato un gigantesco spostamento di risorse dal lavoro alle rendite. I governi di Centro sinistra hanno debolmente contrastato  questa politica deludendo e perdendo parte degli elettori.
L’impoverimento del lavoro espresso brevemente dall’osservazione che le famiglie arrivano a fatica alla “quarta settimana” è stato rovinoso per il paese perché provocando la riduzione dei consumi ha moltipilicato gli effetti della crisi.
Sviluppo e benessere si accompagnano a buoni redditi per chi lavora.
Lo strumento principale dell’attacco del Centro-destra alle condizioni di vita dei lavoratori è stato il sistema fiscale.
Il fisco è stato concepito come terreno di scontro sociale e politico, prima di tutti, dalla Lega, poi da tutto il Centro-destra.
È un terreno di scontro che va accettato.
Difendere i redditi del mondo del lavoro significa innanzitutto trasferire la tassazione dal lavoro alle rendite e ai patrimoni.
La proposta dell’area “A sinistra” deve assumere questo obiettivo, contrastando la volontà di dividere i lavoratori in garantiti e precari, italiani e stranieri, lavoratori del sud e del nord.
Chi pensava di essersi salvato perché aveva peggiorato le condizioni di vita dei lavoratori immigrati ora sta peggio di prima. Chi credeva il proprio posto più stabile perché gli altri erano precari, ora rischia la disoccupazione; chi credeva di avere creato un’area di privilegio al Nord ai danni del Sud ora  scopre che ha finanziato sprechi e clientele.
La divisione dei lavoratori ha, come sempre, favorito chi vive alle loro spalle.
Occorrono obiettivi programmatici che migliorino le condizioni di vita della parte produttiva del paese.
Assumendo questa finalità, pensiamo che un primo obiettivo da raggiungere è quello di rendere esenti dall’imposta sulle persone fisiche (IRPEF) i compensi e salari fino a 10.000 €, rendendo disponibile immediatamente reddito per chi lavora e rilanciando i consumi. Inoltre e’ ormai irrinunciabile l’introduzione del
Salario minimo e di ammortizzatori sociali uguali ed estesi a tutti.
  Accanto ad una strategia di sviluppo basata sulla redistribuzione del carico fiscale e sull’incremento dei redditi e dei consumi, le scelte del partito devono favorire l’applicazione di criteri di responsabilità e di laicità.

Non dobbiamo temere di percorrere la strada che porta ad un avvicinamento del momento della raccolta delle risorse pubbliche a quello della decisione politica.
Un vero federalismo fiscale permette di fare coincidere decisione di spesa e responsabilità politica.
Altrimenti ai trombettieri di regime sarà sempre possibile dire, essendo creduti, che le cose vanno male per colpa degli immigrati, per colpa del sud, per colpa dei pensionati o per colpa di chi lavora.
   Sta a chi tassa pesantemente il lavoro spiegare perché non ci sono i soldi per intervenire nelle crisi aziendali, ma ci sono per trasportare ministri, veline e cantanti in Sardegna. 
Più corta è la catena tra chi riscuote e chi spende e più le responsabilità sono chiare e i lavoratori hanno il diritto di rifiutarsi di alimentare procedure che li danneggiano.
La riforma Bassanini va considerata un inizio da proseguire con più radicalità.
Anche un’impostazione laica della politica, cioè una impostazione che non parta da un punto di vista ideologico, ma sappia costruire a partire dalle diverse identità e dal loro confronto la linea politica che governerà l’Italia è un punto irrinunciabile all’interno del dibattito congressuale.
L’importante è che il dibattito congressuale investa soprattutto i contenuti politici e ci faremo parte attiva a sostegno di questa esigenza.


Il portavoce dell’area “A sinistra” di Piacenza   Gaetano Bonetti

 
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