Diversi mesi fa, quando il ministro Gelmini e il Governo emanarono le norme per i tagli alla scuola pubblica in cui, tra l’altro, era previsto un forte ridimensionamento della rete scolastica con tante piccole scuole a rischio di chiusura specialmente in montagna e nelle frazioni, la mia Amministrazione si schierò contro quel provvedimento sia nel merito che nel metodo. Abbiamo detto, e fatto, “le scuole noi non le chiudiamo, anzi ne apriamo di nuove” e poi abbiamo contestato la legittimità della norma in quanto sostenevamo che il problema del dimensionamento della rete scolastica non è una competenza del Governo ma delle Regioni e degli Enti Locali. Per dare forza alle nostre valutazioni, portate all’attenzione della comunità piacentina in tantissime affollate assemblee territoriali promosse da comuni, scuole, genitori, abbiamo anche affermato che piuttosto che applicare quelle norme, non ritenendole legittime, avremmo agito la “disubbidienza istituzionale”. Di fronte alle proteste il Governo fu costretto a rinviare di un anno l’applicazione della norma, ma ora è arrivato il colpo di scena: ieri la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso promosso da tante Regioni ed ha dichiarato “incostituzionali” proprio le parti della Legge relative al dimensionamento della rete scolastica. Il motivo? Proprio il fatto che la competenza è dei territori decentrati (Regioni ed Enti Locali) e non del Governo. Esattamente come noi sostenevamo. Accolgo con grande favore questa novità, che ristabilisce le giuste competenze e risponde con forza di diritto anche a quelle voci che allora, con chiaro intento di strumentalità politica, criticarono la posizione dell’Amministrazione Provinciale. Il parere della Corte Costituzionale è una vittoria di quanti si sono battuti per impedire la chiusura delle piccole scuole: sindaci, insegnanti, genitori, una larga comunità territoriale, un popolo che si unì alla nostra protesta ed oggi ottiene il giusto riconoscimento.
Dal posto di consigliere provinciale continuerò a seguire con attenzione le problematiche delle nostre scuole, in coerenza con quanto realizzato in questi anni, impegnandomi affinché quella parola d’ordine “le scuole non si chiudono, anzi se ne aprono delle nuove” possa trovare giusta e consolidata continuità.
Gian Luigi Boiardi
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