Fonte ufficio stampa Lega Nord
Massimo scoperto: se cambia il nome ma la sostanza rimane invariata è da considerarsi nullo. Lo ha precisato nei giorni scorsi il sottosegretario all'Economia, Daniele Molgora, rispondendo a un'interrogazione in commissione Finanza della Camera presentata dai deputati leghisti Maurizio Fugatti e Massimo Bitonci e redatta con la collaborazione del parlamentare piacentino del Carroccio, Massimo Polledri. I tre hanno voluto vederci chiaro riguardo alla percentuale che la banca applica sul massimo saldo negativo registrato durante il trimestre di riferimento. Il dubbio è che, sotto altri nomi, gli istituti di credito abbiano celato commissioni di fatto assimilabili al massimo scoperto, riabilitando l'odiato aggravio di spesa ai conti in rosso dei clienti bancari (chiamandole con i nomi più fantasiosi: commissione per istruttoria urgente, commissione per scoperto di conto, recupero spese per ogni sospeso, onere per passaggio a debito nel trimestre, commissione manca fondi).
L'interrogazione ha scatenato un secco avvertimento alle banche da parte del sottosegretario Molgora (anch'egli di bandiera leghista) che, nel rispondere al quesito posto da Polledri e colleghi, è stato limpido: "Qualora le nuove clausole, nonostante il nome formale, abbiano sostanzialmente la stessa funzione di massimo scoperto, esse devono ritenersi nulle", in quanto non conformi alle limitazioni previste dal decreto legge "anticrisi", che prevede la nullità della commissione se il saldo del cliente risulta a debito per un periodo continuativo inferiore ai trenta giorni o con utilizzi senza il fido.
E non è tutto perché, nella risposta, Molgora ha anche anticipato che sulla questione del massimo scoperto e sulle nuove regole che diventeranno operative da luglio, "la banca d'Italia ha comunicato di aver avviato approfondimenti anche attraverso l'acquisizione di chiarimenti presso gli intermediari interessati".
"Abbiamo raccolto - spiega Polledri - le proteste provenienti, in particolare, dal mondo degli artigiani, che accusano le banche di aver solo cambiato nome alla commissione, lasciando i costi invariati, a dispetto della gente. Le rassicurazioni arrivate da Molgora rappresentano un punto di svolta: i cittadini ora hanno garanzie di tutela nei confronti di quelle clausole che non rispettano le limitazioni della legge".
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