Un ponte nuovo sul Po più alto di quello crollato di almeno un metro. E' quello che sostiene la relazione idraulica che l'Aipo e l'Autorità di bacino del grande fiume hanno messo insieme in queste ore e che oggi dovrà convincere definitivamente la Soprintendenza ai beni architettonici della Lombardia. Dovrà persuaderla che il viadotto attuale è da "buttare" che ne va ricostruito uno nuovo, come dal progetto dell'Anas. I tempi sono strettissimi e le pressioni delle istituzioni e dell'opinione pubblica molto elevate: oggi l'ingegner Michele Mele, progettista Anas, consegnerà il progetto del nuovo ponte aggiornato, ed entro il primo di luglio sarà presa la decisione definitiva riguardo alla ricostruzione.
Uno dei fattori determinanti a sostegno della tesi della demolizione completa del ponte crollato il 30 aprile è contenuto nella relazione idraulica che verifica l'impatto delle piene sull'infrastruttura: è stato stimato che per non correre alcuni rischio il nuovo ponte dovrebbe essere più alto di almeno un metro rispetto a quello attuale, per attutire il più possibile le conseguenze della piena sulle pile in acqua e sul nuovo impalcato. Inoltre nella relazione si fa riferimento alla necessità di "aggiornare" il progetto viadotto secondo i mutamenti intervenuti negli ultimi decenni nell'alveo del fiume. E' necessario infatti garantire al corso del Po un'area di sfogo più ampia sul versante lombardo, anche mediante uno "sfrondamento" delle pile del nuovo ponte. Ipotesi che va nettamente contro alla volontà di conservazione delle attuali pile manifestata dalla Soprintendenza lombarda.
|