I pendolari della tratta Piacenza-Milano e delle altre direttrici lombarde al centro di un'inchiesta del Corriere della Sera. Spicca un dato nell'articolo firmato Gianni Santucci, intorno al capoluogo lombardo si rompono quattro treni al giorno. Fra gli intervistati anche il presidente dei pendolari piacentini Ettore Fittavolini.
"Non tutti sanno che qui, in Lombardia - spiega il Corriere - di vere locomotive se ne rompono in media 3 o 4 al giorno (dati Trenitalia). Dal 2 al 9 maggio, media di 2 guasti al giorno. La settimana prima, più di 4. Significa migliaia di persone bloccate in stazione, o in mezzo ai campi della Bassa". E sull'arrivo dell'Alta Velocità viene spiegato l'impatto negativo sui convogli destinati ai pendolari. La nuova linea dell’alta velocità si snoda a pochi metri dai vecchi binari. Il confronto è lì da vedere. Spietato: il Freccia Rossa che parte da Bologna alle 8.24, arriva a Milano alle 9.29. Per percorrere 210 chilometri, impiega un’ora e 5 minuti. Accanto arranca invece il regionale che da San Zenone, dove passa alle 7.59, approda nel capoluogo alle 8.55. Fa un decimo della strada, 25 chilometri. Ma ci mette un minuto in più, un’ora e 6 minuti. "Per anni - attacca Ettore Fittavolini, storico rappresentante dei pendolari Piacenza-Milano - ci hanno promesso che con l’alta velocità la nostra vita sarebbe cambiata". Il ragionamento filava (all’apparenza): i treni veloci si spostano sui nuovi binari, la vostra linea si decongestiona, avrete più servizi e treni più rapidi. «Invece è successo il contrario - sbotta Fittavolini -, i nostri regionali scassati impiegano in media 10 minuti più di prima". Sembra incredibile. Invece è così: sui «nodi», quando al confine di Milano i treni superveloci lasciano i loro binari riservati e si immettono su quelli comuni, hanno la precedenza. E gli altri? Che aspettino.
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