Ventitre tonnellate di pellet, per un totale di 24 bancali, sono stati sequestrati dalla squadra Mobile della Questura di Bologna in un'azienda a Ponte della Venturina, una frazione di Granaglione sull'Appennino al confine con la Toscana. Il sequestro è stato compiuto nell'ambito delle indagini disposte in tutta Italia sull'eco-combustibile radioattivo scoperto ad Aosta, che ha portato al sequestro di diecimila tonnellate di combustibile per stufe proveniente dalla Lituania e contaminato dal Cesio 137. Nell'azienda bolognese sono intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco del gruppo Nbc (Nucleare Biologico Chimico) provenienti da Piacenza. I quali hanno prelevato alcuni campioni del pellet per effettuare tutte le analisi del caso.
Il resto del materiale è stato affidato in custodia giudiziale al titolare della ditta.
Secondo la Coldiretti, è necessario investire sulla produzione di energia rinnovabile dell'agricoltura italiana che é ottenuta per oltre il 70% da biomasse combustibili dove sono completamente assenti i rischi di contaminazione nucleare.
L'organizzazione agricola sottolinea inoltre che lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte nelle campagne italiane può triplicare nei prossimi dieci anni, per raggiungere una percentuale dell'8% del totale, pari a 15,5 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (MTEP). Di fronte agli evidenti rischi è necessario - sottolinea la Coldiretti - garantire la tracciabilità nella produzione di tutte le fonti energetiche rinnovabili che possono offrire una importante risposta ai fabbisogni ambientali ed energetici e rappresentano quindi un fondamentale contributo alla sviluppo sostenibile. L'Italia - conclude la Coldiretti - offre grandi opportunità per la produzione di queste fonti alternative di energia ed è importante rafforzare la produzione nazionale per sviluppare la filiera corta che utilizza biomassa proveniente al territorio. (ANSA)
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