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Animal Collective: Merriweather Post Pavillon (recensione)

ANIMAL COLLECTIVE
“Merriweather Post Pavillion” (2009)


Strani personaggi, quelli del Collettivo.
Che non sono del tutto a posto lo si capisce già dai nomi d’arte che hanno scelto per se’: Avey Tare, Panda Bear, Deakin e Geologist.
David Portner, Noah Lennox, Josh Dibb e Brian Weitz costituiscono infatti l’ossatura di questo bizzarro ensemble, ossatura attorno alla quale ruotano via via numerosi altri musicisti, tanto che la lineup può persino variare da un brano all’altro.
I quattro si sono conosciuti in un college di Baltimora (Maryland), ma la loro carriera artistica è legata in modo indissolubile alla scena alternativa-sperimentale di New York.
Per la copertina del loro nuovo album, Merriweather Post Pavillion, essi hanno utilizzato un’ illusione ottica dall’effetto quasi ipnotico - opera dello psicologo giapponese Akiyoshi Kitaoka - in grado di cogliere l’atmosfera lisergica e onirica della loro musica.
Il folk bucolico e un po’ freak degli esordi (qualcuno lo etichettò come pre-war folk) lascia quì spazio a nuovi scenari elettronici, tutt’altro che convenzionali, che si esplicitano in un autentico magma sonoro, ovvero un flusso continuo e ininterrotto di melodie acide e trip stranianti, la cui base ritmica è spesso costituita da rumorismi primitivi e da tappeti di percussioni tribali.
Per la critica, il pop psichedelico e surreale degli Animal Collective – proprio in questi giorni in Italia per un tour di sole tre date - trova le sue radici nel Magical Mistery Tour dei Beatles (ascoltate Also Frightened, ad esempio) e nel noisy rock di My Bloody Valentine e Jesus and Mary Chain (Guys Eyes e Lion In A Coma), oltre a essere debitore dei Beach Boys di Pet Sounds per i cori e le intricate sovrapposizioni canore (la bellissima Daily Routine).
A nostro giudizio, però, il riferimento più azzeccato è quello dei Mercury Rev di See You On The Other Side e Deserter’s Song (l’iniziale In The Flowers, soprattutto, e la liquida No More Runnin).
Il 2009 si era aperto nel segno dell’inquetudine esistenziale di Antony, The Crying Light è l’album della sua consacrazione definitiva.
Questa gemma splendente è, probabilmente, il secondo capolavoro di questo scorcio di nuovo anno.

Giovanni Battista Menzani

TRACKLIST:

In The Flowers
My Girls
Also Frightened
Summertime Clothes
Daily Routine
Bluish
Guys Eyes
Taste
Lion In A Coma
No More Runnin
Brothersport

LINKS:
http://www.myanimalhome.net/
http://www.myspace.com/animalcollectivetheband
http://lyricalcollective.wikispaces.com/
 

 
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