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Balletto dedicato a Caravaggio, domenica al Municipale
  

La tormentata figura del pittore Caravaggio, diventa straordinario soggetto nel balletto di Matteo Levaggi che domenica 9 gennaio (ore 16) vede protagonista al Municipale il Balletto Teatro di Torino. Lo spettacolo sarà preceduto dalla presentazione a cura di Stefano Tomassini  che dialoga con il coreografo. (Invito alla danza, Ridotto del teatro ore 15) 
 
 
La figura tormentata del pittore Caravaggio, la sua intensità, la modernità lacerante dei suoi lavori,  è diventata un creazione coreografica di Matteo Levaggi, uno spettacolo, Caravaggio, ricco di suggestioni sul quale i danzatori del Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furno si muovono sulla partitura originale per violoncello e elettronica. creata appositamente dal noto compositore Giovanni Sollima e l’impianto scenico di Roger Salas. Andrà in scena al Municipale di Piacenza per la stagione di danza ideata dalla Fondazione Teatri domenica 9 gennaio (ore 16)  Il balletto nasce per il Festival Internazionale di Balletto di Genova Nervi e tra i numerosi riferimenti al Barocco, spicca la presenza in scena di un sopranista (massimo Castagno), ad evocare quella spensierata giovinezza, fresca, sensuale, ma allo stesso tempo ambigua e tormentata, come poteva essere la personalità di Caravaggio. Matteo Levaggi definisce questa creazione il suo lavoro sulla seduzione, ed è proprio in questa direzione che si sviluppa la coreografia, con il suo intercedere bruciante e avvolgente. Lo spettatore, non è portato a conoscere la storia del Caravaggio, ma a vivere un'esperienza di pura energia in cui vengono lanciati i danzatori, in continuo gioco-sfida che crea tra loro, quell'energia travolgente e quella forza che caratterizzano l’opera del grande pittore. L’emozione che Levaggi prova di fronte a un’opera del Caravaggio  è data dal  senso di movimento in ogni dettaglio. Il tema del movimento si sfaccetta: serialità e individualità, fascino e indifferenza, seduzione e solitudine;  la bellezza si riferisce solo a se stessa e la giovinezza è un sogno.  Partendo proprio dall'opera del Caravaggio, dal suo vissuto, il balletto ci porta in un mondo che è quello che credo abbia segnato la vita di questo grande artista: la seduzione. La sua opera, la sua vita, i segreti, i misteri, tutto del Caravaggio seduce, ancora oggi, per questo secondo Levaggi le danze, con la musica di Giovanni e poi le luci e la scena, concorrano a creare un gioco agrodolce, come poteva essere il gioco della vita del Caravaggio che ha immaginato all’interno di una “scatola nera”, sotto luci monocrome, coperti da costumi “pittorici”: in questi spazi si svolgono gli incontri tra i ragazzi-danzatori, si focalizza il legame tra forma e percezione, tra tempo e spazio, tra osservatore e partecipante. Con Levaggi, Giovanni Sollima ha lavorato  linea comune, antinarrativa e antidescrittiva.  <E’ la luce – intesa come linguaggio vero e proprio – a suggerirmi un diagramma espressivo sul quale disporre le note –spiega Sollima-  E’ lo stesso personaggio - con la sua storia personale, contorta e complessa - a guidarmi su clima generale, tensioni, ritmo, forma. Tutto destinato a un violoncello. Anzi, proprio il violoncello, con le sue perversioni,  si  pone per me (succede soprattutto quando scrivo per la danza) come vero strumento di composizione. Nulla è scritto al tavolino, tutto passa attraverso il test di un corpo, di una fisicità estrema e diretta>.
Caravaggio è portato in scena  dal Balletto Teatro di Torino (Manuela Maugeri, Viola Scaglione, Giuseppe Cannizzo, Norbert De La Cruz III, Alvaro Dule, Lebaron McClary, Vito Pansini) compagnia che si  forma negli anni ‘70 a Torino attorno alla prima ballerina del Teatro Regio, Loredana Furno, con lo scopo di proporre un repertorio alternativo rispetto agli spettacoli di danza di quegli anni e un discorso allargato alle altre discipline dello spettacolo. Fin dai primi anni la Compagnia ha
 
 
 
proposto nuove creazioni, spesso su musiche appositamente composte, di coreografi significativi all’epoca come Vittorio Biagi, Roberto Fascilla, Loris Gai, Milorad Miskovich. Recentemente il BTT ha infine ridefinito e rinnovato la propria linea artistica, scegliendo dal 2001 come coreografo-danzatore residente, un artista fra i più apprezzati della giovane generazione, Matteo Levaggi. Con lui la formazione torinese ha rimodellato la propria immagine, plasmandola sulla creatività del coreografo. Quest’ultimo si forma alla scuola del BTT, dove ha poi modo di entrare a far parte della compagnia, distinguendosi per le sue particolarità di movimento. Molti coreografi invitati creano per lui, come accade con Karole Armitage nel 2000. Nel 1997 entra all’Aterballetto, con la direzione di Mauro Bigonzetti. Dopo sceglie una carriera libera. Lavora con Giorgio Albertazzi nelle Memorie di Adriano, dove interpreta il ruolo di Antinoo, e ha esperienze televisive nel sabato sera di Raffella Carrà. Sarà Matteo Levaggi, intervistato da Stefano Tomassini, ad intervistare Matteo Levaggi per “Invito alla danza” al Ridotto del Municipale  alle ore 15. 
 
Matteo LevaggiSi forma alla scuola del BTT, dove ha poi modo di entrare a far parte della compagnia, distinguendosi per le sue particolarità di movimento. Molti coreografi invitati creano per lui, come accade con Karole Armitage nel 2000. Nel 1997 entra all’Aterballetto, con la direzione di Mauro Bigonzetti. Dopo sceglie una carriera libera. Lavora con Giorgio Albertazzi nelle Memorie di Adriano, dove interpreta il ruolo di Antinoo, e ha esperienze televisive nel sabato sera di Raffella Carrà.Per il BTT ha creato balletti ispirati a pittori come Andy Warhol e Caravaggio. Eclettico nelle scelte, lavora con compositori contemporanei come Giovanni Sollima, Heiner Goebbels, Béla Bartók, Gyorgy Ligeti, ma anche autori di musica elettronica come Scanner, Autechre, Pan Sonic, Bochumwelt, Andy dei Bluvertigo. Crea per il balletto dell’Arena di Verona, La Bottega Fantastica (Rossini/Respighi) e Drowning by Numbers su musiche di Michael Nyman, mentre Le Grand Théâtre de Genève prende in repertorio un suo duetto, Largo, su musiche di Dimitri Shostakovich. Nel 2006 è invitato da Ismael Ivo con una creazione per il BTT alla Biennale di Venezia Danza, nel 2007 alla Biennale della Musica di Zagabria; nel 2008 alla Biennale de la Danse de Lyon con la creazione Primo Toccare I White che debutta poi nell'ottobre del 2009 con il capitolo II Black, al Joyce Theater di New York.
 
Balletto Teatro di Torino
Si forma negli anni ‘70 a Torino attorno alla prima ballerina del Teatro Regio, Loredana Furno, con lo scopo di proporre un repertorio alternativo rispetto agli spettacoli di danza di quegli anni e un discorso allargato alle altre discipline dello spettacolo. Fin dai primi anni la Compagnia ha proposto nuove creazioni, spesso su musiche appositamente composte, di coreografi significativi all’epoca come Vittorio Biagi, Roberto Fascilla, Loris Gai, Milorad Miskovich. In costante ricerca del nuovo, negli anni ’80 e ‘90 la Compagnia ha dato spazio anche alla danza contemporanea proponendo coreografi quali Job Sanders, Roberto Castello, Bertrand d’At, Charles Vodoz, Jozsef Tari e ha ottenuto dalla Fondazione José Limon di New York l’autorizzazione a inserire nel proprio repertorio There is a time, uno dei capolavori del coreografo americano.
Negli anni ’90 l’attenzione si è focalizzata sulla danza contemporanea: per la compagnia hanno creato Luca Veggetti, Loris Petrillo, Gigi Caciuleanu e la coreografa americana Karole Armitage. Da notare l’inusuale settore di ricerca e di memoria storica, che ha dato il via a grandi progetti monografici centrati su José Limón (1995), Serge Lifar (1997), Aurel Milloss (1999) e infine Karole Armitage (2000), dove lo spettacolo è al centro di un programma collegato a mostre, convegni,  master-classes.
Il BTT ha infine ridefinito e rinnovato la propria linea artistica, scegliendo dal 2001 come coreografo-danzatore residente, un artista fra i più apprezzati della giovane generazione, Matteo Levaggi. Con lui la formazione torinese ha rimodellato la propria immagine, plasmandola sulla creatività del coreografo. Nel settembre 2008 la Compagnia è stata invitata alla Biennale de la Danse de Lyon diretta da Guy Darmet, con Primo Toccare, una nuova creazione firmata da Levaggi, che si è posto così accanto a nomi già affermati come Wayne McGregor e Benjamin Millepied. Nel corso degli oltre trent’anni di attività, ha realizzato oltre 60 produzioni ed ha portato i suoi spettacoli in importanti tournées all’estero: Mosca e S.Pietroburgo (1991), Messico (1993), Cuba (1994 e 1999), Taiwan (1995), Cina (1995 e 2001), Egitto (1995), Grecia (1997 e 2000), Turchia (1997 e 1999), Germania (Stoccarda - 1998, Bremerhaven e Colonia - 1999), Corea (Seoul 1999), Tunisia (1999), U.S.A (Miami 2000 e 2002), Spagna (Madrid, Mérida, Las Palmas 2002), Uruguay (2006 e 2007), Brasile (2006), Argentina (2006 e 2007), Messico (Festival di Chihuahua 2007), Federazione Russa (Mosca e Ufa giugno 2008), Uruguay e Perù (novembre 2008). Nell’ambito del gala “Les Étoiles de Ballet2000”  nel novembre 2008, al Palais des Festivals di Cannes, ha ricevuto il “Prix compagnie d’auteur 2008” e l’anno dopo è stato invitato ad esibirsi al prestigioso Joyce Theatre di New York. 

 
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