Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giancarlo Piva, figura di riferimento per il tifo organizzato piacentino. Piva accusa senza tanti giri di parole i dirigenti del Piacenza Calcio: "Avete cancellato il sogno del Piacenza"

La lettera

Ho letto nei giorni scorsi le dichiarazioni dei massimi dirigenti del Piacenza Calcio. Chiedono ai tifosi di stare vicini alla squadra. Avranno i loro motivi, ma voglio fare alcune riflessioni, perché, credo, siano utili. Giro la domanda: ma voi, signori del Piacenza Calcio, siete stati vicini ai tifosi in questi anni? Non vi siete domandati perché in poche stagioni il “Garilli” è diventato terra di nessuno? Avete dilapidato, in termini di immagine, ciò che era stato faticosamente e con straordinaria bravura costruito dall’ingegner Leonardo, negli anni Ottanta e Novanta.

L’immagine dello stadio quest’anno è stata desolante fino a un certo periodo della stagione. Quando le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto, nel senso che sono arrivati i risultati, ci avete pensato voi a spegnere ogni entusiasmo, dicendo che per ragioni di costi avreste ridimensionato di gran lunga il progetto: e così, un lungo silenzio, le partenze eccellenti, il mancato rinnovo di mister Pioli, e ancora, l’impossibilità di capire, di essere coinvolti. Niente. Solo arroganza, mai un gesto di considerazione verso noi tifosi. Vi rendete conto che in altre città un atteggiamento di questo genere avrebbe provocato le ire dell’intera tifoseria? Qui non è successo nulla. Nessuno ha osato contestare le vostre mancate scelte. E ora, senza dire nulla, improvvisamente, chiedete di essere vicini al Piacenza?

Dagli anni Sessanta seguo le vicende biancorosse e, forse, voglio più bene io di voi, a questa società. E queste parole sono il frutto della disillusione, della delusione. Mai avrei pensato di trovarmi a buttare giù queste poche righe, mai avrei pensato di essere considerato meno che nulla. Perché questa è la verità. Noi tifosi non contiamo nulla. Niente più club, niente più cene, niente più entusiasmo. Avete spento qualsiasi voglia, ci avete lasciati soli con il televisore spento. In termini di comunicazione siete stati praticamente inesistenti.

Non credo sia questo il modo di ottenere credibilità da parte della tifoseria. Guardate la carta d’identità di chi viene allo stadio. Non ci sono giovani, solo gente che ha passato i cinquanta e che dimostra affetto verso la bandiera biancorossa. Non per le vostre scelte, quanto per ciò che ha rappresentato nel tempo. E allora, c’è la crisi, è vero, c’è l’esigenza di ridimensionare, è vero, ma ci siamo anche noi. Noi tifosi abbiamo bisogno di essere sollecitati, di trovare nel calcio un piccolo sogno. Voi signori del Piacenza Calcio, questo sogno lo avete cancellato. Riflettete su queste parole, pensate al vostro atteggiamento, fatevi qualche domanda e poi datevi la risposta. Perché noi tifosi di risposte non ne abbiamo più.

                                                                           Giancarlo Piva