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Immigrazione, Reggi attacca le politiche del governo

"La presenza di cittadini stranieri è una risorsa da valorizzare e un elemento che arricchisce il territorio: guardare a questo fenomeno in maniera costruttiva e propositiva, anziché banalizzarlo attraverso politiche di generalizzata criminalizzazione, è il solo modo per conseguire una concreta e piena integrazione". Questo il commento del sindaco di Piacenza Roberto Reggi, responsabile dell'area Immigrazione per il Pd dell'Emilia Romagna, nell'imminenza della "Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato" che ricorre domenica 18 gennaio.
Il riferimento non è solo al dibattito scaturito dalla proposta leghista di istituire una tassa sul permesso di soggiorno, che Reggi concorda nel definire "l'ennesima testimonianza di un atteggiamento discriminatorio e lesivo, tra l'altro, di un diritto fondamentale qual è quello alla cittadinanza", ma ai tanti aspetti controversi delle scelte governative in materia di immigrazione.
"Basti pensare alla recente approvazione in Senato del reato di clandestinità, tra gli emendamenti al disegno di legge sul pacchetto sicurezza, all'annunciata intensificazione dei controlli sui matrimoni misti, al tentativo di coinvolgere i medici nella denuncia degli immigrati irregolari. Senza dimenticare -- prosegue Reggi -- l'idea ghettizzante delle cosiddette classi ponte nelle scuole, la cui realizzazione minerebbe sul nascere le possibilità di incontro e conoscenza reciproca tra le culture. Provvedimenti di questo genere, inaccettabili anche se lasciati sulla carta, altro non sono che l'espressione di una politica miope e semplicistica, incapace di adeguarsi all'evoluzione della società contemporanea e arroccata sull'idea del capro espiatorio, della diversità da temere, da allontanare".
Al contrario, il responsabile del Pd dell'Emilia Romagna per l'Immigrazione sottolinea l'esempio positivo della nostra regione, dove l'incidenza della popolazione straniera sul totale è superiore alla media italiana, raggiungendo quasi il 9% a fronte del 6% nazionale. Un dato che, riferito alle scuole dell'obbligo, vede l'Emilia Romagna al primo posto per numero di alunni di cittadinanza non italiana (l'11,8% degli studenti nell'anno 2007-2008), con una percentuale che sfiora il doppio di quella nazionale.
"Se la Giunta regionale applicasse il pensiero del Governo -- rimarca Reggi -- cifre come queste dovrebbero comportare addirittura l'inasprimento delle normative nazionali. Fortunatamente, possiamo essere fieri delle politiche territoriali già attuate e di quelle in fase di approvazione, improntate a valori quali la dignità della persona e la solidarietà. Il Programma triennale per l'integrazione dei cittadini stranieri (ricordo che l'Emilia Romagna è la prima Regione ad aver legiferato in materia), è, in questo senso, un documento di importanza fondamentale, che non solo affronta in maniera completa tutti gli aspetti di tutela sociale e mediazione culturale legati all'immigrazione, ma parte da un assunto irrinunciabile: la costruzione di relazioni positive, che favoriscano la parità di accesso ai servizi e il dialogo tra cittadini di nazionalità diversa".
"I titolari di permesso di soggiorno di lunga durata nella nostra regione -- prosegue il sindaco di Piacenza -- sono passati dai 41.228 del 2004 ai 100.393 del 2007: ciò è indice di stabilità sociale, ma è anche il risultato di un lavoro lungimirante e della capacità di cogliere le sfide del nostro tempo. I numeri ci dicono, del resto, che nel 2006 i lavoratori immigrati hanno prodotto ricchezza in misura pari all'11,3% al PIL dell'Emilia Romagna e che i contributi previdenziali Inps derivanti da lavoratori dipendenti stranieri, nel 2007, hanno raggiunto un miliardo di euro, mentre l'erogazione delle pensioni non supera l'1% della spesa totale. A proposito di statistiche, elemento certo non opinabile, nelle nove province emiliano-romagnole il numero degli immigrati risulta inversamente proporzionale al tasso di disoccupazione, il che ci permette di sfatare il pregiudizio, gravoso e ingiustificato, di uno squilibrio concorrenziale tra occupazione italiana e straniera".
"Il Partito Democratico -- afferma Reggi -- sostiene con convinzione le politiche regionali sull'immigrazione individuando, in esse, l'impegno effettivo a contrastare la discriminazione e a fare, della multiculturalità, non una semplice vetrina, ma la base della società futura. Da parte mia, sono orgoglioso di poter portare l'esempio di Piacenza, che recentemente ha avviato un'Agenzia di Sviluppo nel cuore di un quartiere a forte presenza straniera, aprendo uno sportello che possa fungere da punto di riferimento e di incontro per i cittadini immigrati e quelli italiani, nell'ottica di un percorso partecipato verso la riqualificazione e la progettualità condivisa".
"Siamo consapevoli -- conclude Reggi -- del fatto che l'immigrazione ponga difficoltà reali da affrontare. Tuttavia, crediamo che proprio per questo occorrano risposte efficaci, razionali e motivate da una chiara volontà di integrazione; non è con la rimozione dei problemi, strada che il Governo sembra perseguire con insistenza, che si giunge alla loro soluzione. Il Pd è per una società aperta e coesa, come quella che l'Emilia Romagna sta, da anni, costruendo, con attenzione e sensibilità. Auspichiamo che la Giornata mondiale del 18 gennaio sia occasione per riflettere su questi temi e ampliare gli orizzonti della politica nazionale, rammentando al Governo che un Paese civile non può identificare il valore e i diritti dei suoi cittadini con la loro provenienza geografica".

 
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