Il testo del comunicato stampa della Lega Nord
La “partita” del federalismo, e in particolare quello fiscale, è ormai iniziata e sicuramente – a giudicare anche dai sondaggi di professori come Mannheimer – piace ai cittadini, agli artigiani ed ai piccoli imprenditore e finalmente vi è la consapevolezza dell’importanza di questa riforma per il bene del Paese.
L’Anci, l’UPI e la Conferenza delle Regioni sono consapevoli della rilevante importanza di procedere all'adeguamento dell'assetto istituzionale del Paese con la svolta del federalismo, inizialmente, fiscale.
Occorre proseguire con serietà e convinzione nel processo di riforma riguardante l'attribuzione e il decentramento dei compiti e dei poteri di ciascun livello di governo con una semplificazione dell'amministrazione pubblica (riducendo gli sprechi e aumentando l'efficienza), proseguendo con una implementazione dell'autonomia finanziaria e tributaria degli Enti Locali e Territoriali.
Questo percorso dovrà comune essere ragionato nell'ambito di un disegno più grande: quello dell'attuazione del federalismo istituzionale.
Il Federalismo fiscale è la risposta all’attuale pressione fiscale (ritenuta eccessiva dal 90% degli imprenditori), permetterà di migliorare i benefici erogati raggiungendo una maggiore equità anche nella distribuzione delle tasse fra i cittadini.
Le nuove norme rappresentano la soluzione per “spendere meno e meglio” le risorse pubbliche, rendendo la pubblica amministrazione più efficiente dove il controllo dell’operato sarà rimesso direttamente alla cittadinanza.
Dunque, una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali.
Una novità importante sarà, poi, prevedere il passaggio dal costo storico al costo standard dei servizi, con un risparmio da 11 a 16 miliardi di euro l’anno. L’effetto sarà quello di ottenere la disponibilità di risorse aggiuntive.
Il testo del Ddl prevede quindi responsabilità, attribuzioni di risorse ma anche evita il crearsi di situazioni di “squilibrio”.
A tal proposito, è notizia di questi giorni che in Sicilia abbiamo un dipendente pubblico ogni 236 abitanti, mentre in Lombardia abbiamo un dipendente pubblico ogni 2530 abitanti.
Serve dunque un sistema che non crei sprechi inutili (non dimentichiamo l'agghiacciante corso per veline promosso da Bassolino finanziato dalla Regione Campania) considerando il fatto che in media ogni piacentino versa 1800 euro l'anno allo stato centrale.
Diventa naturale chiedersi perché in Lombardia la sanità costi la metà e funzioni meglio rispetto a quella lucana; se il criterio è quella della spesa storica, purtroppo non si potrà mai migliorare l’attuale situazione. Ecco perché le amministrazioni che funzionano dovrebbero essere l'esempio e il traino per quelle meno virtuose.
La spesa storica non può intaccare quelli che sono i diritti inalienabili dell'uomo: salute, istruzione e assistenza sociale debbono essere garantire sull'intero territorio nazionale. E anche qui non si comprende come mai un cittadino campano sia costretto a spostarsi in Lombardia per operazioni chirurgiche elementari.
Questa riforma, ribadisco, dovrà inserirsi anche in un contesto più ampio: quello di rivedere l’organizzazione dello Stato e delle Istituzioni in un’ottica di maggiore autonomia regionale (e con l’attuale ordinamento il riferimento è all’art. 116 della Costituzione) con un ruolo del Governo nazionale volto a realizzare, come è evidente dai primi mesi di lavoro, un’alta programmazione e una legislazione di qualità.
Il federalismo fiscale raggiungerà quindi gli obiettivi di autonomia e di responsabilità, di semplificazione e manovrabilità impositiva, di superamento della spesa storica, di correlazione fra prelievo fiscale e beneficio connesso alle funzioni esercitate, di premialità dei comportamenti virtuosi, di coordinamento interistituzionale dei processi di finanza pubblica, di efficienza nella gestione finanziaria.
Insomma, con questa riforma abbandoniamo definitivamente il vecchio e fallimentare centralismo romano e diamo “quella risposta” che i cittadini da tempo si aspettavano con un loro ruolo attivo: i cittadini avranno più controllo sull’impiego delle tasse e potranno godere di un loro utilizzo più efficiente migliorando, in generale, i servizi e i benefici per tutti.
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