Sarà probabilmente firmata nella giornata di lunedì, all'hotel Roma di Piacenza, la lettera d'intenti tra Enìa, Iride e Hera che avvia il cammino verso la fusione delle tre multiutility dell'Emilia occidentale (Parma, Reggio Emilia e Piacenza), di Bologna e del Nord Ovest (Torino e Genova). La firma rappresenta l'esito naturale dell'intesa preliminare raggiunta venerdì scorso con la definizione del testo della lettera, poi sottoposto per le verifiche agli azionisti di riferimento, cioè ai sindaci.
Una firma fortemente caldeggiata da Hera e del comune di Bologna che intendono stringere i tempi per arrivare, entro fine maggio, all'avvio della fase negoziale. Una fase negoziale che Torino e Bologna vogliono condurre in via esclusiva con Enìa.
Un po' perché la multiutility dell'Emilia Occidentale, sotto il profilo dimensionale, rappresenta una preda ambita nel panorama italiano, un po' per evitare che, nell'ambito delle trattative, si possano intromettere terzi estranei.
Potrebbe tornare di grande attualità il progetto di dar vita a una grande maxiutility del Nord rilanciato a inizio 2006 dal governo Prodi. Un progetto che ha già cominciato a muovere i primi passi con la fusione (fra Aem-Milano e Asm-Brescia) che ha portato alla nascita di A2A.
E il secondo passo potrebbe proprio essere rappresentato dall’avvio di nuovi contatti fra l'asse Milano-Brescia e quello della via Emilia che corre da Reggio Emilia a Piacenza. Un progetto, dunque, in grado di rimescolare le carte in tavola. E forse è proprio questo che Torino e Bologna vogliono scongiurare con la firma di lunedì a Piacenza.
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