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"Riflettere sulle differenze svela i punti in comune tra le religioni"
  

"Il dialogo interreligioso aiuta a far riflettere su quanti punti abbiano in comune le diverse religione: mettendo a fuoco le nostre differenze riusciamo a capire quanto siamo simili". Amalia Luzzati, consigliere dei Giovani Ebrei d'Italia, insieme a Ibrahim 'abd an - Nur Gabriele Iungo, consigliere dei Giovani Musulmani Italiani, è stata tra i protagonisti de "Chi salva una vita salva un mondo intero", titolo dell'incontro promosso dalla commissione diocesana per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Piacenza.

L'incontro chiude la mostra dedicata ai "Giusti dell'Islam", ossia i musulmani che aiutarono gli ebrei durante la persecuzione nazista. "La mostra presenta - dice Amalia - storie di persone semplici che si impegnarono,  pur senza conoscere direttamente ebrei, perchè consapevoli del nostro essere tutti, al di là delle differenze di credo, essere umani. E che la dignità umana deve essere sempre preservata". I fenomeni di intolleranza, ai quali purtroppo si assiste anche negli ultimi tempi, possono essere contrastati attraverso iniziative come questa, coinvolgendo gli studenti. "Così si combatte la paura, che è la causa di tutto questo - sottolinea Amalia -. I "giusti", invece, non avevano paura: perchè non temevano chi era diverso da loro".

 "Cerchiamo di far vivere ai nostri iscritti episodi di intolleranza come momenti formativi, prove da superare - spiega Ibrahim, consigliere dei Giovani Musulmani - e spunti sui quali riflettere. Alle discriminazioni a scuola, piccoli episodi di bullismo, i ragazzi devono rispondere con il bene. Devono quindi riuscire ad acquisire maggiore fiducia in loro stessi. Cerchiamo di avere sempre un atteggiamento costruttivo, anche se a Milano, ad esempio, abbiamo problemi con la Giunta comunale per poter avere un luogo di culto". Situazione simile a quella piacentina. "Chiediamo alle istituzioni di mettersi in ascolto - afferma Ibrahim -, mentre alle associazioni islamiche, fermo restando l'immaturità e la giovinezza della comunità isamica in Italia, meno radicata rispetto ad altre, di mettersi alla ricerca dei "giusti". Persone eroiche, secondo la tradizione ebraica, e che sicuramente esistono anche nelle nostre città".

 
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