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Enìa, arriva da Reggio il ricorso contro la fusione

Il primo ricorso contro la fusione tra Iride ed Enìa è stato depositato al Tribunale amministrativo regionale di Parma. Una copia è da martedì pomeriggio sul tavolo dell’amministratore delegato di Enìa, Andrea Viero, oltre che su quello di Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia - maggiore azionista della multiutility. A firmare il ricorso, dodici azionisti ed ex dipendenti di Enìa.

L'azione legale ha l'obiettivo di fermare la fusione che Enìa e Iride andranno a votare a fine aprile nelle rispettive assemblee. Nel ricorso inoltrato al tar dagli avvocati Andrea Soncini del foro di Parma e Alfredo Bassi del foro di Reggio, si chiede al tribunale amministrativo regionale di dichiarare nullo l’unico atto formale compiuto a tutt’oggi dal Comune di Reggio verso la fusione. Ovvero la delibera del consiglio comunale 16 dicembre 2008, con cui il consesso di sala Tricolore conferisce al sindaco Graziano Delrio di andare in assemblea e dare il proprio via libera alle nozze tra Reggio, Parma e Piacenza da una parte e Torino e Genova dall’altra.

Le precisazioni di Enìa. L'azienda ha diffuso il seguente comunicato.

Con riferimento alle notizie di stampa che riferiscono del ricorso promosso da alcuni Azionisti di Reggio Emilia e provincia al TAR di Parma – notificato al Comune di Reggio Emilia, al Comune di Ligonchio e ad Enìa nei giorni scorsi – avente per oggetto l’impugnazione della delibera assunta il 16 dicembre 2008 dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia per l’approvazione del progetto di fusione tra Enìa S.p.A. e Iride S.p.A., Enìa precisa quanto segue:

a) la Società ha valutato che tutte le attività e i documenti posti in essere durante l’iter deliberativo
finora svolto sono corretti, completi e adeguati;
b) alcuni precedenti in tema di fusione tra Società ex municipalizzate (AEM Milano – ASM Brescia
per la nascita di A2A e AMGA Genova – AEM Torino per la nascita di Iride) confortano la
corretta impostazione adottata da Enìa per ciò che concerne la tempistica di deposito degli atti
(segnatamente, la relazione dell’Esperto sulla congruità del rapporto di cambio);
c) con dispiacere si rileva che vengono poste in essere alcune iniziative strumentali, che tuttavia
non sono in grado di intaccare il processo di fusione tra Enìa e Iride.
Enìa, infine, è assolutamente confidente – in forza di quanto precisato – nell’esito positivo della
controversia e non prevede alcuna modifica nell’iter e nei tempi già fissati per il processo di
fusione.

Intervengono anche i piccoli azionisti

Tutelare gli interessi dei piccoli azionisti di Enìa, alle luci delle novità apportate alla compagine societaria della multiutility. Con questo obiettivo si è costituita un'associazione, conta già 50 adesioni, per "essere più incisivi all'interno dell'azienda e maggiormente considerati dagli azionisti pubblici che detengono la maggioranza del capitale sociale". Di sotto riportiamo il comunicato diffuso dall'associazione.

"L’offerta pubblica globale di vendita e sottoscrizione finalizzata alla quotazione in borsa di Enia Spa del 21 giugno 2007 riservava ai dipendenti e ai pensionati nonché ai residenti nei Comuni serviti da Enia complessivamente il 66,45% delle azioni oggetto dell’offerta pubblica; Sono state assegnate 790.800 azioni a 1.026 dipendenti e pensionati; 2.771.200 azioni a 5.172 residenti per adesioni sulla base del lotto minimo e n. 1.044.000 azioni a 211 residenti sulla base del lotto maggiorato. Al valore di collocamento i dipendenti e pensionati Enia hanno investito 8.619.720 € e i cittadini residenti 41.585.680 € Quali motivazioni hanno indotto i dipendenti e cittadini a partecipare ad Enia Spa: Salvaguardare il proprio risparmio; Essere protagonisti della salvaguardia della propria azienda; Destinare i propri risparmi a finalità economiche e sociali a valenza territoriale. Quali le garanzie: Azienda comunque pubblica (impegno dei Sindaci a non scendere sotto il 50,1%); Salvaguardia del radicamento territoriale (governance espressa dai Comuni di RE-PR-PC); Piano Industriale che garantisce gli investimenti al servizio della collettività locale; Salvaguardia della natura pubblica a valenza economica e sociale; certamente esclusi investimenti speculativi. Dopo solo un anno: I soci pubblici deliberano la cessione della Società (incorporazione in Iride); Non viene salvaguardata la maggioranza pubblica (non statutariamente prevista); Non è salvaguardato il radicamento territoriale ed è fortemente indebolita la governance dei territorio Reggiano (Reggio ha la sede ma non governa attività strategiche); Di fatto viene smembrata la Società allocando i diversi servizi in diverse società con sedi e governance extra territorio; Il valore patrimoniale della partecipazione è sceso del 70%, i dipendenti, pensionati e i cittadini hanno perso in un anno 35.143.780 €, le aspettative dei soci privati dipendenti, pensionati e cittadini utenti che hanno aderito sulla base delle garanzie date dai Sindaci sono state tradite: Il patto territoriale che garantiva la continuità dei servizi e del ruolo pubblico economico-sociale è stato arbitrariamente annullato;
>Il valore economico dell’impresa è fortemente ridotto e quello sociale rischia di essere azzerato. L'Associazione vuole essere punto di riferimento per i piccoli azionisti Enia, fossero essi dipendenti o meno, altrimenti privi in modo assoluto di voce in capitolo; vuole rappresentare i propri associati negli organi decisionali dell'azienda e nel rapporto dialettico con i soci pubblici al fine di poter partecipare alle scelte strategiche oggi divenute quanto mai difficili e rischiose per la salvaguardia del capitale investito e delle prerogative sociali.
La costituenda associazione ha già raccolto più di 50 adesioni. Nei prossimi giorni verrà fissato un incontro per la costituzione formale dell’associazione; chi è interessato a partecipare può contattare il numero 346-9858444 o l’indirizzo e_mail azionisti.enia@gmail.com".
 

 
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