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Beatificazione don Beotti: "In lui rivive la nostra storia"

Non un rito stanco, ma autentica rievocazione storica di un passato che è parte di tutti noi: questo lo spirito con cui la comunica di Gragnano Trebbiense si appresta a vivere il processo di beatificazione del concittadino don Giuseppe Beotti, trucidato nel 1944 a Sidoli (Bardi) dai nazisti. Il vice sindaco Patrizia Calza, insieme ai rappresentanti delle assocazioni partigiane piacentine, Mario Spezia (Apc) e Giuseppe Moruzzi (Apc), e Gian Luigi Cavanna (Anpi), hanno presentato il primo appuntamento in programma. Domenica nella chiesa di San Michele a Gragnano si terrà la santa messa che sancirà l'avvio del processo di beatificazione di don Beotti, presieduta dal vescovo Gianni Ambrosio. Saranno presenti il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, il sindaco di Borgonovo, Domenico Francesconi e il primo cittadino di Bardi.

"Per l'amministrazione comunale questo rappresenta un momento molto importante - ha detto il vice sindaco - perchè rappresenta un momento di riflessione non solo per i fedeli ma per l'intera comunità gragnanese. Don Beotti infatti è sia un martire della Chiesa sia un esempio per i concittadini, sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà. La celebrazione di domenica rappresenta quindi l'avvio di un percorso di ricostruzione della nostra storia, accompagnato da numerose iniziative che organizzeremo coinvogendo, ad esempio, le scuole del paese". 

"Il processo di beatificazione di don Beotti - aggiunge Spezia - consente infine di chiarire come la guerra di Liberazione fu un autentico movimento di popolo, che coinvolge tutti e che non fu appannaggio di una sola parte politica. Nella nostra provincia furono ben 6 i religiosi che vennero trucidati dai nazisti (ricordati nel 2005 in un convegno promosso proprio dall'Apc). Per questo il 25 aprile non è solo un rito, ma è testimoniare nuovamente i valori di libertà e democrazia che mossero i combattenti per a libertà di tutti".

COMUNICATO STAMPA Mcl Piacenza

D. Giuseppe Beotti: agnello sacrificale ieri. Beato per noi, speriamo santo per le prossime generazioni.

Come Mcl è nostra intenzione condividere con tutti i Gragnanesi la grande gioia e la grande speranza che dovremmo provare Domenica 21 Novembre. In quell’occasione si aprirà ufficialmente, nella Parrocchiale di Gragnano, il processo di Beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Don Giuseppe Beotti.
La storia di d. Beotti, del suo sacrificio, è abbastanza conosciuta dai Gragnanesi, dagli abitanti di Borgonovo e di Sidolo di Bardi, poiché la Sua figura, nel periodo post -  bellico, è stata oggetto di ricerca e di studio da parte del compianto Don Emilio Silva, Parroco di Gragnano dal 1970 al 1990, che scrisse, oltre a numerosi articoli sul giornale Parrocchiale “Insieme”, un corposo volume dal titolo “D. Giuseppe Beotti pastore e agnello”.
 Molti furono i sacerdoti che, avendo conosciuto Don Giuseppe, ne hanno voluto rimarcare e ricordare la figura. Non ultimo Don Olimpio Bongiorni, Parroco di Piozzano, che ha seguito con dedizione sia i passaggi per arrivare al riconoscimento del Servo di Dio sia quelli che hanno dato le ragioni e le motivazioni al processo di Beatificazione.
Don Giuseppe, per le comunità di Gragnano – Borgonovo – Sidolo, fa parte del nostro patrimonio ideale, di quella ricchezza culturale che è propria della nostra gente e che deve essere per noi motivo di certezza ed eredità da lasciare ai nostri giovani.
Nello specifico, come cristiani lavoratori abbiamo, oggi più che mai, figure alle quali rifarci, sia perché “uomini di Dio” in mezzo a noi, sia per pastori: uomini che lo amino e che sappiano soffrire per i problemi dei lavoratori, degli ultimi, degli umili, in pratica di coloro “rifiutati dalla società” che diventano, per Don Beotti, la fonte del desiderio del sacrificio. Evidente è stata, nella sua vita, la sequela al grande insegnamento di s. Paolo che, nella prima lettera ai Corinti 9 – 22 recita: “Mi sono fatto debole con i deboli per guadagnare i deboli, mi sono fatto tutti a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno”.
Questo deve essere, per noi che viviamo in una società secolarizzata ed individualistica, il nuovo modo di vivere insieme, di costruire la comunità, di ritornare a collaborare per la costruzione della “civiltà dell’amore”.
Ancora la figura di D. Beotti dovrebbe chiarire in noi quanto è grande la necessità del Sacerdote, quanto ci renda soli la scarsità di vocazioni, quanto si ha bisogno di uomini  che dedicano tutta la vita a Dio, lavorando quotidianamente per l’uomo.
La Chiesa ci invita ad onorare Don Beoti, noi dovremmo essere onorati non solo di partecipare Domenica 21 alla celebrazione ma di vederlo “girare” nelle nostre vie con il suo sorriso che esprimeva “Amore”

 

Il Consiglio Direttivo del Mcl di Gragnano

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Il 21 novembre prossimo, domenica, alle ore 16, nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo di Gragnano Trebbiense, si terrà la solenne apertura del processo di beatificazione e canonizzazione dei servo di Dio don Giuseppe Beotti. Presiede il vescovo mons. Gianni Ambrosio.
Già una precedente commissione, nominata dal Vescovo  l’8 febbraio  2002 (promotrice la parrocchia di Gragnano), ha provveduto a raccogliere le testimonianze sul Sacerdote; vi è stata poi la concessione del nulla osta della Santa Sede per procedere con la causa ed ora il Vescovo ha provveduto a nominare  i componenti del tribunale.

Sono membri del tribunale:

giudice delegato: mons. Renzo Rizzi
(rappresenta il Vescovo nell’istruzione della causa)

postulatore: mons. Domenico Ponzini
(segue la causa in tutte le sue fasi)

promotore di giustizia: don Massimo Cassola
(vigila che si osservi tutto quanto previsto dalla legge)

notaio: Dario Carini
(trascrive la dichiarazioni dei testi)

notaio aggiunto: Luigino Taramino
(assiste alle varie sedute e collabora)
 

IN BREVE LA BIOGRAFIA DI DON  GIUSEPPE BEOTTI

Don Giuseppe Beotti nasce il 26 agosto 1912, quarto dei sei figli di Emilio Beotti e Ernesta Mori. Ammesso al Collegio Alberoni, il 2 Aprile 1938 riceve l’ordinazione sacerdotale e celebra la Prima Messa a Gragnano la Domenica in Albis. Inviato a Borgonovo, vi trascorre 15 mesi, intensi a livello umano e pastorale. Viene trasferito a Sidolo di Bardi (Parma).
Nel periodo della guerra si distingue per la sua indefessa carità verso partigiani, ebrei, soldati feriti. Il 20 luglio 1944 viene ucciso insieme a un chierico, Italo Subacchi, e a un sacerdote, Francesco Delnevo, che avevano trovato riparo presso di lui. Nel 1945 la salma viene traslata nel cimitero di Gragnano, dove ancora riposa.
La memoria di don Beotti è rimasta viva. Nel luglio 1977 sul monte Penna gli fu assegnata la medaglia d’oro per l’opera caritativa svolta durante la guerra. Gragnano, Borgonovo e Piacenza gli hanno dedicato una via. La Diocesi di Piacenza-Bobbio ha aperto il processo di beatificazione nel 2002. (foto tratta Il Nuovo Giornale)

L’ORA DEL MARTIRIO

Il rastrellamento operato dai tedeschi nel Luglio 1944 fu terrificante. La gente terrorizzata fuggiva mentre i paesi venivano saccheggiati e incendiati. A Sidolo i tedeschi arrivarono tra il 19 e il 20 Luglio. In preda al panico molti fuggirono. Don Giuseppe, no. Quella notte di vigilia, fu davvero una notte di Passione. I tre religiosi la trascorsero in preghiera, come Gesù nell'orto degli ulivi. Terminata la recita del rosario, don Giuseppe chiese alla sorella di preparargli della biancheria pulita, perché nel caso l'avessero ucciso, non voleva esser toccato. Il mattino, nel giro di poco tempo, Sidolo venne invasa dai tedeschi, che si precipitarono da don Giuseppe annunciando lapidari: "uccideremo tutti i pastori". Lo presero, insieme a don Delnevo e al seminarista. Furono allineati al muro di sostegno della strada. Da casa, la sorella Savina osservava disperata quanto stava accadendo. A un certo punto, i tre religiosi si scambiarono l'assoluzione e si diedero un ultimo abbraccio. Partì una raffica di mitra. Erano le 16.15 del 20 luglio 1944. Don Giuseppe aveva nella mano sinistra il breviario e la destra alla fronte, nell'atto di farsi il segno della croce. Morì subito, colpito alla tempia.

 
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