Il campanile della Chiesa di San Pietro dopo oltre un secolo di discussioni sta per finire di essere restaurato. In occasione dell’avvicinarsi del termine dei lavori è stata organizzata presso il palazzo vescovile una giornata di incontri: si è parlato del tema del campanile, seguendo l’iter del progetto di restauro, e si sono affrontate questioni relative alle scelte dei materiali e piano del colore, non trascurando infine aspetti relativi alla manutenzione programmata. “Il progetto, iniziato nel 2007 con il patrocinio di Ordine degli Architetti della Provincia di Piacenza, non mira ad una ricostruzione stilistica, bensì al mantenimento di quelle caratteristiche tecnologiche originarie, andate perdute nel tempo – ha chiarito l’architetto Manuel Ferrrari, responsabile dei lavori – Ci siamo posti l’obiettivo di evitare altre perdite di materiale e di effettuare un intervento riconoscibile ma compatibile con la struttura già esistente; per esempio il colore è stato scelto su una tavolozza di tonalità storiche in rapporto allo stile e al contesto”. Il recupero delle passate tradizione, che non prevedevano l’uso di tinteggi, è stato affidato alla Scuola d’Arte Muraria Calchèra San Giorgio e alla preziosa esperienza di vecchi maestri.
Il complesso ecclesiastico di S. Pietro si trova sull’asse della via Emilia che, continuando all’interno della città, prende il nome di via Roma. Il campanile di questo complesso gesuita, di dimensioni importanti rispetto al contesto cittadino, sorge pressoché al centro dell’isolato urbano delimitato su tre fronti dall’attuale biblioteca Passerini Landi. La sua costruzione si protrasse, a tempi alterni, per oltre mezzo secolo e terminò, nelle sue forme compiute, solo nella seconda metà del ‘600. Come ha spiegato l’architetto Marcello Spigaroli “San Pietro si trova in un punto fondamentale dell’urbanistica piacentina: era infatti visibile da chiunque arrivasse dalla via Emilia e ha il valore di incardinamento di una asse. Proprio per questi motivi anche l’aspetto esteriore ha assunto un’importanza notevole e la costruzione rispettato ha tutte le logiche simboliche, cono e ottagono, tipiche dell’architettura cattolica”.
“I lavori sono cominciati 4 anni fa e da subito la diocesi si è mobilitata per raccogliere i fondi – ha sottolineato Don Giuseppe Lusignani, direttore dell’ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Piacenza-Bobbio - Alla fine la realizzazione del progetto è stata possibile grazie al contributo delle varie parrocchie, dell’8 per mille e della Fondazione di Piacenza e Vigevano”.
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