Bisi: “condividiamo la posizione dell’assessore provinciale all’agricoltura Filippo Pozzi e la soluzione deve essere ricercata all’interno della filiera”
Negli ultimi dieci anni sono quadruplicati gli sbarchi di concentrato di pomodoro cinese in Italia. “E ora, dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, il “gioco al ribasso” viene fatto anche in Italia, dagli industriali del sud, non rispettando gli accordi e immettendo sul mercato prodotto a basso prezzo; questo nonostante l’elevata qualità del pomodoro del meridione e la professionalità degli stessi imprenditori agricoli. Le conseguenze sono gravi ed inevitabili: concorrenza sleale sul mercato e grave danno per tutto il comparto, compreso il danno di immagine per il made in Italy. E’ con soddisfazione, quindi, che leggiamo la presa di posizione dell’assessore Pozzi, il quale sottolinea il danno per il distretto del nord.”
In questi anni gli imprenditori agricoli hanno investito per accrescere la tecnologia e la professionalità nell’ottica di migliorare continuamente la qualità del prodotto e mantenere i nostri primati. “Grazie all’impegno degli “attori” seri, continua Bisi, abbiamo adottato regole rigorose per la trasparenza e la tracciabilità di ogni singolo passaggio; all’interno dello stesso distretto, si è svolto un intenso lavoro per agevolare il passaggio del sistema-pomodoro alla nuova Ocm, attraverso due punti fondamentali: l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta e un apparato di regole chiare, certe e condivise che possano consolidare ed aiutare il sistema, diminuendo nel contempo la burocrazia. Per questo non possiamo accettare che il prodotto italiano venga “inquinato” a causa di importazioni incontrollate dall’estero e dal comportamento poco serio di industriali che cercano solo di speculare sul nostro lavoro.”
“Quando parliamo di pomodoro, prosegue il presidente, è importante sottolineare che non ci si riferisce solo ad un settore agricolo, ma ad un comparto che interessa un’intera filiera ed un notevole indotto anche in termini di posti di lavoro. La soluzione coinvolge due aspetti fondamentali: l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria per tutti i trasformati del pomodoro e una filiera del “rosso” tutta italiana e tutta agricola”.
“Solo nel momento in cui ogni passaggio sarà controllato e gestito dagli stessi agricoltori, conclude Bisi, attraverso le Op serie e credibili che lavorano nell’interesse dei soci e non per interessi personali e per speculare sul mercato, avremo la certezza di operare per il territorio e per un settore di primaria importanza, con l’obiettivo di mantenere la leadership del comparto e tornare a riconoscere un reddito anche alle aziende produttrici, oltre che ai trasformatori. La filiera del pomodoro ha bisogno di credibilità, di trasparenza, di regole certe e di soggetti che siano in grado di far rispettare queste regole e Coldiretti continuerà a controllare l’operato delle Op, dando il proprio sostegno solo a quelle che lavoreranno con serietà e credibilità nell’interesse dei soci. Non accetteremo più compromessi e tavoli di facciata”.
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