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Treni merci, accordo Regione - Ferrovie. Le Mose scalo di punta

Un Accordo di programma – il primo, a livello nazionale – tra Regione Emilia-Romagna e Ferrovie dello Stato, per ridefinire il sistema di impianti e infrastrutture ferroviarie dedicate alle merci. Un sistema che, a livello di volumi di traffico movimentato, significa circa 15 milioni di tonnellate l’anno.

“Si tratta indubbiamente di una novità – ha sottolineato l’assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Alfredo Peri a proposito dell’intesa –, che aiuta nell’attività di programmazione e di investimenti, a maggior ragione in un settore così rilevante per il nostro sistema economico e produttivo. Questo – ha aggiunto Peri – vale ancora di più in una fase di crisi: per superarla e uscirne è importante attivare tutti gli strumenti a disposizione, ribadendo l’attenzione per il traffico merci su ferro”.

L’Accordo, frutto di un percorso di concertazione attivato da Regione e Ferrovie, delinea un quadro condiviso sugli impianti merci, condivide la strategia sui raccordi esistenti, sugli scali minori e sulle richieste di nuove realizzazioni, oltre a stabilire criteri comuni per ottimizzare l’uso di quanto già esiste. In questo modo, l’Accordo risponde agli obiettivi della pianificazione nazionale, regionale e locale, e alla necessità di concentrazione e razionalizzazione della rete proposta da Rete ferroviaria italiana (Gruppo Fs).

“Evitare la polverizzazione sul territorio nazionale degli scali e degli interporti, a vantaggio di una rete di piattaforme logistiche funzionali, ben integrate con i corridoi transeuropei. Questo – ha ribadito l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti – è l’obiettivo del progetto nazionale del Gruppo Fs per le merci. La liberalizzazione del trasporto ferroviario - già completa in questo settore - e la realizzazione  di nuove infrastrutture ci spingono ad accelerare questo percorso, per favorire uno sviluppo che migliori la competitività del nostro Paese”.

Emilia-Romagna, gli scali di punta
A Bologna sono l’Interporto e lo Scalo San Donato. Per l’Interporto l’Accordo siglato prevede l’ampliamento (scalo e opere connesse), mentre per San Donato ci sarà una “rifunzionalizzazione” delle aree non più strumentali alla funzione originaria di smistamento delle merci, con attività che non comportino impatti rilevanti nei confronti della vicina area urbana. Nel bacino delle ceramiche si conferma la valenza strategica dello scalo di Marzaglia, per il quale è previsto – sulla base dell’evoluzione della domanda di trasporto – un coordinamento logistico e funzionale con quello di Dinazzano, che sarà potenziato. Su Marzaglia, la cui attivazione è prevista a partire dal 2011, convergerà il traffico merci degli scali di Modena, Rubiera e Reggio Emilia, che verranno chiusi. L’asse della via Emilia si completa con l’Interporto di Parma, con la realizzazione delle aree operative e delle opere connesse, e il nuovo scalo merci di Piacenza in località  “Le Mose”. Per quanto riguarda la Romagna, si confermano come scali di punta quello di Villa Selva, dove convergerà il traffico merci di Sant’ Arcangelo, Cesena e Forlì, e quello di Ravenna.

 
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    Commenti:


    risposta a Luigi
    ........e l'aereoporto commerciale a San Damiano!
    gianni
    19/09/2009  18.02

    Piacenza logistica
    Parole sante gianni..manca solo uno scalo commerciale al Montale e perchè no:un porto a Mortizza.
    Luigi
    19/09/2009  10.01

    Copione gia visto
    Se SCALO DI PUNTA significa maggiore movimentazione di merce, l'equazione è : più merce=più TIR=più inquinamento=più scarico carico=più cooperative=più immigrati=più problemi per la città. Copione gia visto.
    gianni
    18/09/2009  16.24


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