Di nuovo Caorso al centro dei riflettori: c'è ancora un destino nucleare per il paese della bassa? Se lo chiede il "Sole24Ore" interpellando due illustri esperti piacentini che si confrontano sulle colonne del quotidiano economico da sponde diametralmente opposte. Da un lato Renzo Capra, consigliere del laboratorio Leap e una vita trascorsa nel settore dell'energia (Asm Brescia e poi A2a) e Giuseppe Miserotti, presidente dell'ordine dei medici di Piacenza. Decisamente inconciliabili le rispettive posizioni riportate come interventi sul giornale "rosa".
Per Renzo Capra l'utilizzo del sito di Caorso per la realizzazione di una nuova centrale nucleare è assolutamente opportuno, anche prima della fine del decommissioning di quella vecchia, previsto nel 2020. "Non è solo possibile - sostiene Capra - ma fortemente opportuno che il sito venga, nel prossimo futuro, utilizzato per insediarvi una nuova centrale nucleare. [...] I vantaggi sono molteplici: occupazione diretta di alcune centinaia di specialisti, attività indotte che occuperebbero 3-4 volte il numero dei dipendenti diretti, sito già di proprietà e già completamente attrezzato e caratterizzato; logistica di sito già presente e funzionante, popolazione che ha già sperimentato la tranquilla convivenza con un impianto...". Capra conclude affermando che prima di iniziare la costruzione di una nuova centrale, "è necessario sapere dove riprocessare il combustibile esaurito e scaricare le scorie radioattive".
Giuseppe Miserotti esordisce citando Jeremy Rifikin: "la strada del nucleare è sbagliata e di retroguardia" e non lesina allarmi legati alla presenza degli impianti atomici in zone densamente popolate. "Non possiamo ignorare i rilasci radioattivi di una centrale nucleare durante il normale funzionamento. I camini emettono correntemente gas radioattivi come trizio e Carbonio14. Le vibrate negazioni degli esperti sono contraddette dall'evidenza di un significativo aumento di leucemie e tumori nei pressi delle centrali. [...] La Francia ha un tasso di tumori tiroidei del doppio rispetto al resto d'Europa. Come mai? Perchè nessuno ne parla?" "Credo che sia un dovere dei medici - conclude - richiamare 'attenzione sui pericoli del nucleare sulla salute anche quando interessi economici tendono a minimizzarli".
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