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Bracconaggio, siciliano fermato

Colto in flagrante a Tavernago di Agazzano da due agenti della Polizia provinciale mentre catturava uccelletti utilizzando sostanze adesive. Ora rischia fio ad un anno di arresto o multe salate, che possono arrivare fino a 10 mila euro. L'uomo, G.M., è un siciliano residente nel Piacentino. Si è reso responsabile di tre reati penali: maltrattamento di animali, uccellagione vietata, uso di mezzi non consentiti per la caccia. Gli agenti di Polizia che lo hanno sorpreso sono l’ispettore Roberto Cravedi, ufficiale di Polizia giudiziaria, e l'assistente scelto Piero Masini, agente di Polizia giudiziaria. I due, in servizio di vigilanza per la protezione della fauna, si trovavano in comune di Agazzano per verificare segnalazioni pervenute negli ultimi mesi su una presunta attività di bracconaggio su piccoli uccelli con utilizzo di sostanze adesive. Giunti in località Tavernago, hanno notato un'auto, all'altezza del cimitero, segnalata come appartenente alla persona oggetto di indagine. Si sono appostati in zona ed hanno notato nel campo di fronte al cimitero un individuo che stava sistemando rametti e raccogliendo uccelli, infilandoli in due piccole gabbie. Camminando nella neve, l'uomo si è avvicinato all'auto e qui, prima che potesse allontanarsi, è stato avvicinato dagli agenti, che lo hanno sorpreso mentre caricava nel baule le due gabbiette, contenenti decine di uccelletti incollati l'uno all'altro perché completamente ricoperti da una sostanza adesiva. Quelle gabbiette possono contenere, di norma, non più di un uccello: si possono perciò intuire le sofferenze provocate a queste bestiole dal trattamento loro riservato dal bracconiere. Seguendo le orme del quale (ben visibili sulla neve), i due agenti hanno individuato i rami intrisi della sostanza utilizzata per catturare gli animali e hanno rinvenuto altri uccelletti, finiti nel frattempo nella trappola. In tutto, gli animali rinvenuti ammontano a 37. A sua giustificazione, l'uomo ha detto di avere una grande passione per questi animali, che cattura vivi utilizzando una colla fornitagli da un amico.

Nel baule dell'auto i due agenti hanno rilevato abbondanti tracce non recenti di guano e penne di uccelli, a dimostrazione del fatto che l'attività di bracconaggio dell'interessato dura da parecchio tempo.

I due agenti hanno sequestrato le gabbiette ed i 18 rami intrisi di colla rinvenuti. Le gabbie sono state portate al comando della Polizia provinciale, in corso Garibaldi 50, a Piacenza, dove ai piccoli animali sono state prestate le prime cure.. Gli uccelli sono stati staccati l'uno dall'altro e sono stati posti in un contenitore idoneo al loro trasporto al centro recupero dalla Fauna selvatica (CRAS) del Parco dello Stirone. Questo l'elenco degli esemplari recuperati dagli agenti: 11 peppole, di cui una deceduta; 14 fringuelli, 7 migliarini di palude,di cui uno deceduto, due fanelli, due cardellini, uno zigolo nero, una passera mattugia. In totale, come detto, 37 esemplari, di cui due deceduti.

Al CRAS gli uccelli sono stati sottoposti alla pulizia e alle cure necessarie. Altri due esemplari, purtroppo, sono morti oggi, il che fa salire a quattro il numero di uccelletti deceduti. Quelli che sopravviveranno verranno liberati una volta guariti. Alcuni, purtroppo, hanno subito l'asportazione completa del piumaggio e bisognerà aspettare che le piume ricrescano, prima di rimetterli in libertà.

 

 
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