Ammonterebbe a un valore tra i 4 e i 5 milioni di euro il conto dei contributi non versati e delle sanzioni applicate da Inps e Ispettorato del lavoro a carico della PrivatAssistenza, da qualche mese al centro di un'inchiesta dei carabinieri su una serie di inadempienze fiscali riscontrate nell'attività. Sarebbero oltre una cinquantina i lavoratori che avrebbero prestato la propria opera in nero. Le irregolarità sono state contestate dai carabinieri del Nucelo Investigativo dell'Ispettorato del Lavoro: truffa aggravata ai danni dello Stato e dell'Erario è l'ipotesi di accusa contestata a Ilva Paola Moretti, legale rappresentante dell'azienda al centro delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonio Colonna.
Gli accertamenti sono stati effettuati sulla documentazione acquisita nelle scorse settimane. Materiale che, aggiunto alle testimonianze raccolte avrebbe condotto a confermare una serie di irregolarità dal punto di vista contributivo con l'emersione di una cinquantina di lavoratori in nero alle dipendenze di Privatassistenza. Irregolarità che andrebbero ad aggiungersi a quelle di carattere fiscale su cui continua il lavoro degli inquirenti. La tesi degli investigatori é che l'azienda di Vicolo Valverde, tramite un sistema di fatturazione false o irregolari, avrebbe evitato di pagare tasse e imposte per decine e decine di migliaia di euro.
Un meccanismo che, secondo gli inquirenti, sarebbe andato avanti da qualche anno e che avrebbe portato il totale dell'evasione a cifre molto importanti.
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