U2 - No line on the horizon
Difficile accostarsi ad un monumento musicale come gli U2, destinati a far man bassa di riconoscimenti, vendite e sold out per tutto il 2009 (e non solo). Soprattutto quando poi a produrre l'album arriva l'accoppiata Brian Eno e Daniel Lanois (che firmano con la band 7 brani su 11, palesando un intervento pesante anche a livello compositivo), è improbabile non trovarsi di fronte a qualcosa di pressochè perfetto.
E così è.
La Premiata Industria U 2 confeziona un album in cui ogni tassello è al posto giusto, l'equilibrio è assoluto tra " brani degli U 2" / brani "alla U 2" / rock / poetica / epica / una spruzzata di sperimentazione / vaghi accenni psichedelici / possenti ritmiche / ballate evocative / testi impegnati / testi disimpegnati. Difficilmente poteva essere diverso. Il risultato è ovviamente ottimo.
Gli amanti del suono U2 potranno esaltarsi con le chitarre di Edge piene di eco in "Magnificent" , che da un momento all'altro sembra far partire l'epico coro di "The pride (in the name of love)", nell'evocativa "Unknown caller" o nei mid tempo della title track (dove la mano di Brian Eno entra con tutta la sua forza) , di I'll Go Crazy If I Don't Go Crazy Tonight e di "Fez Being born" , forse il brano meno riuscito, apparentemente un riempitivo, in ogni caso per nulla incisivo.
Per i gusti più ruvidi oltre al travolgente ritmo del già conosciuto "Get on your boots", c'è la successiva "Stand up comedy" (il cui riff non disdegna uno sguardo ai Led Zeppelin come da loro stessi accennato in varie interviste) o la rocciosa "Breathe" in cui spicca un declamatorio Bono (che sembra citare il Bob Dylan più arrabbiato) che scivola poi in un ritornello liquido di immediata presa, mentre una sezione di archi sostiene un assolo di chitarra asciutto e diretto. Il capolavoro è la conclusiva "Cedars of Lebanon" intensissima, quanto semplice e minimale, ballata , che fa il paio con un altro momento di particolare rilievo, la lunga (oltre 7 minuti) "Moment of surrender" , dove i ritmi e il muro di suono si placano, a favore di atmosfere "desertiche" e di un ritornello corale quasi gospel e con un altra parentesi quasi acustica , "White as snow"
"No line on the horizon" non è di certo il miglior album degli U2, nè può rivaleggiare con la freschezza ed immediatezza di tante nuove bands, ma conferma l'assoluta grandezza di Bono e soci, incontrastati leaders della scena rock mondiale con davvero pochi rivali.
Antonio Tony Face Bacciocchi
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