Uno spettacolo teatrale nel Giorno del Ricordo, istituito per rinnovare la memoria delle vittime delle foibe, è come se una mappa tentasse di riempire le mancanze affettive di istriani, fiumani e dalmati che hanno cercato di ricostituire un’immagine di sé dopo l’esodo nel secondo dopoguerra. Marisa guarda il padre dopo quel viaggio: sul contadino dalle forti braccia ora è proiettata la realtà della sconfitta. Questa una delle testimonianze di “Le due facce della medaglia”, portata in scena al Teatro dei Filodrammatici dalla compagnia MaMiMò nell’ambito di Altri Percorsi della stagione Tre per Te. Una mappa perché seminata da sole tracce che non rendono possibile una precisa quantificazione di vittime che la Storia ha rimosso fino agli anni ’90 per cecità politica o convenienze internazionali. Di fronte ai cadaveri dei bambini ritrovati nelle foibe, di fronte agli stupri ricordati dai sopravvissuti, ai processi improvvisati, al concetto di epurazione, la compagnia teatrale si chiede se esista un paradosso della memoria e se l’Italia abbia fatto i conti con la propria Storia. Una domanda: il regista Marco Maccieri infatti non impone, lascia parlare filmati, canzoni, monologhi degli attori Cecilia Di Donato, Sara Fenoglio e Giovanni Rossi. La medaglia è quindi una sola, il dolore della gente comune, l’orrore che sbuca all’improvviso in ogni guerra: una vita normale, i bambini a scuola. Svoltato l’angolo giardinetti adibiti a cimiteri, cani che prendono le ossa di cadaveri.
Elisa Malacalza
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