Con questo articolo Oliviero Marchesi inizia la sua collaborazione su PiacenzaSera.
A Fidenza, in via Gramsci 39, c’è “La Vecchia Talpa” una libreria gestita da un esercente dalla doppia vita. Si chiama Luca Frazzi e, prima ancora di essere un libraio, è uno scrittore e giornalista, firma di spicco di periodici specializzati come “Rumore” e “Bassa Fedeltà”. Tanto per spiegare: per tutti coloro che amano sopra ogni altra cosa il mordente rude e spiritato del garage-rock anni ’60, del punk settantasettino e dei suoi eredi diretti, Frazzi non è “un” giornalista, ma “il” giornalista rock italiano. E la sua Vecchia Talpa, fin da quando ne ha preso in mano la gestione, ha ospitato una serie di incontri molto interessanti, con ospiti sempre ben scelti, sull’ondata punk di trent’anni fa e su tutto quel che c’era attorno. In questo mese è il turno di una rassegna di “suoni e visioni” intitolata “C’era una volta la new wave” e dedicata alla poetica, irripetibile stagione nel “nouvelle vague” post-punk a cavallo tra anni Settanta e Ottanta dopo la quale la musica e la cultura rock non sono più state le stesse. E l’appuntamento di oggi pomeriggio alle 18, ha decisamente un interesse notevole per gli appassionati piacentini: si intitola, infatti, “C’era una volta il My Way” ed è una retrospettiva sulla ruggente stagione in cui il “My May”, il locale gestito a Fiorenzuola negli anni Ottanta dall’appassionato Guido Mondelli (che possedeva anche il negozio di dischi dello stesso nome, oltre a una formidabile “collezione privata”), ospitò concerti memorabili a dozzine. Concerti che tanti nostri conterranei ricordano come i migliori della loro giovinezza.
Per chi amava il rock e si aggirava tra Piacenza e Parma in quel decennio (ma la reputazione del locale oltrepassava, e di molto, i confini del Ducato), il nome del “My Way” (che, a giudicare dalla musica che vi si suonava, più che alla canzone resa celebre da Frank Sinatra faceva pensare alla versione di Sid Vicious faceva pensare alla versione di Sid Vicious nel film “The Great Rock’n’Roll Swindle”) voleva dire molto. Anzi, moltissimo. Passò di lì, per dire, tutto lo stato maggiore del migliore “nuovo rock” italiano: Litfiba, Diaframma, Gang, i piacentini Not Moving e compagnia cantando. Ma passarono di lì anche tante leggende d’Oltremanica e d’Oltreoceano. Per non citare che alcune istantanee: Alan Vega, il dio rock che era la “voce” dei Sucide; i Gun Club del tragico Jeffrey Lee Pierce; i semi-dimenticati ma grandissimi Sound; i Cult (che, vista la loro forza di richiamo, dovettero essere “trasferiti” allo stadio di Fiorenzuola; e la “chanteuse” Nico, ieratica e sublime, grande sacerdotessa della poesia rock dal primo album dei Velvet Underground in poi.
A condurre l’incontro di questo pomeriggio a “La Vecchia Talpa”, introdotto da Frazzi e dal musicista caorsano Alberto Pelò, saranno due che “c’erano”: il piacentino Antonio Bacciocchi alias Tony Face, batterista di Not Moving, Lilith e Link Quartet, ex titolare dello studio di registrazione Audiar, inventore del festival “Tendenze” e frequentatore abituale del “My Way” (sul palco e sotto); e il poeta fiorenzuolano Rino Bertoni, già cantante dei Blue Matrix, “storico” gruppo new wave. La battuta è pessima, ma non ci rinunciamo: ben scavato, Vecchia Talpa.
Oliviero Marchesi