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Di tutto un Pop: le recensioni di Tony Face

Di tutto un POP

Piovono novità da tutte le parti.
Il più delle volte di qualità trascurabile, spesso di contenuto prevedibile, talvolta addirittura deludente.
Ma vale la pena di segnalare un paio di nuovi nomi, degni di essere ricordati, soprattutto in vista di eventuali progressioni future.

Dal Veneto uno stupefacente album di PETRINA, giovane, eclettica, funambolica polistrumentista che in "In doma" ora occhieggia alla vocalità di Bjork, ora si muove tra tinte classicheggianti, a volte piomba negli anni 60, altre si scaglia contro tutto e tutti con violenza sonora e lirica. Canta, suona, compone, arrangia più che bene e soprattutto con estrema originalità. Una delle sorprese italiane dell'anno.

Dall'Inghilterra, con la benedizione di Sua Maestà Oasis, Noel Gallagher, arrivano i TWISTED WHEEL. Niente di particolarmente nuovo, tra Jam della prima ora, Arctic Monkeys, rabbia Clash e immancabili omaggi compositivi agli stessi Oasis, ma una capacità di rendere il tutto con tale energia e urgenza comune a pochi. Fresco e immediato.

Prevedibile invece il nuovo sforzo del JAMES TAYLOR QUARTET con "New world", che , come sempre, ripropone, con trascurabili variazioni, la consueta formula a base di organo Hammond, ritmiche funky jazz, particolarmente rivolte alla fusion in questo caso, grande maestria tecnica esecutiva, ma  senza sempre meno anima. Un gradevole sottofondo.

Torna dopo 20 anni di silenzio il maestro di James Taylor, il mitico organista BOOKER T JONES , che per l'occasione, in "Potato Hole",  recluta la band che abitualmente accompagna Neil Young, abbandonando il raffinato soul jazz, che ne aveva sempre caratterizzato la carriera , a favore di un rock dai toni "pesanti" e dalle ritmiche rocciose, su cui si innestano i suoi sapienti arpeggi jazzati. Il tutto però convince poco e spesso assume i sapori di un minestrone mal riuscito. Peccato

Tony Face Bacciocchi

 

 
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