Accusati di peculato: rinvio a giudizio per Elsa Boemi, mentre c'è stato il proscioglimento per Paolo Giovannini. Sorte diversa per i comandanti della Polizia municipale di Piacenza e della Polizia intercomunale Unione comuni Valtrebbia e Valluretta, entrambe accusati di aver utilizzato i veicoli del corpo per usi personali. Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi che ha fissato per il 3 febbraio prossimo la prima udienza per il caso Boemi.
Secondo l'accusa la comandante Boemi nei mesi finali del 2009 avrebbe usato una Fiat Stilo in dotazione al parco mezzi del comando di via Rogerio per usi prettamente personali. In particolare avrebbe utilizzato la vettura per percorrere - in maniera «reiterata», sta scritto richiesta di rinvio a giudizio - il tragitto dal comando fino alla propria abitazione a Brescia e viceversa.
Non luogo a procedere, invece, per il comandante Giovannini, che secondo gli investigatori, avrebbe usato un fuoristrada Land Rover in dotazione al Comune di Gragnano per andare e venire dal comando alla sua abitazione. In questo caso la difesa ha prodotto un contratto che prevedeva questo tipo di utilizzo del mezzo del corpo. Non è così per la Boemi che in questo senso con l'amministrazione di Piacenza avrebbe avuto soltanto un accordo verbale.
La difesa dell'avvocato Paolo Fiori sostiene che per entrambi: "l'utilizzo delle vetture era autorizzato in rapporto ai compiti di protezione civile affidati ai comandanti".
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