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Piacenza e la crisi: riprende l'export ma le aziende restano fragili
 

Piacenza e la crisi, in ripresa l'export ma le aziende restano fragili e pagano il contraccolpo finanziario di questi anni difficili, con un nuovo slancio nella produzione che deve purtroppo fare i conti con i problemi di liquità delle imprese. Questo il quadro che emerge dalla presentazione, oggi in Camera di Commercio, degli scenari economici del nostro territorio, elaborati da Prometeia per i prossimi tre anni. 

Difficoltà finanziarie che si traducono in concreto, spiega il commissario straordinario Giuseppe Parenti, in un netto aumento dei fallimenti: il primo semestre 2010 ne conta lo stesso numero (36) di tutto il 2009, e a fine anno si prevede che raddoppino. Così come il prossimo anno si vedrà crescere il dato negativo della disoccupazione, così come si prevede che cresca la domanda, da parte delle aziende, di ore di cassa integrazione straordinaria, dice Massimo Guagnini di Prometeia. Una richiesta che di solito viene avanzata in via cautelativa (difficilmente tutte le ore richieste vengono impiegate), ma  che sicuramente mette in evidenza lo stato di forte incertezza delle imprese. 

Complessivamente, per recuperare i "numeri" del 2007 (prima della crisi), sarà necessario attendere almeno 5 anni. A Piacenza l'export invece potrebbe recuperare in due anni: già nel 2010 si è registrato un aumento del 7%, destinato a scendere leggermente nel 2011 e nel 2012. Prendendo in esame i singoli settori, il comparto della meccanica è quello che ha sofferto maggiormente, così come l'edilizia continua a trovarsi in difficoltà, bene invece per la raccorderia e l'alimentare.

"Il successo di Geofluid - aggiunge Cesare Betti, direttore di Confindustria Piacenza -, sia sotto il numero di visitatori ed espositori, sia per quanto riguarda gli affari conclusi, mette in luce come i setori della raccorderia e delle estrazioni a Piacenza stiano andando bene. Nel mese di settembre esploderà ancora la cassa integrazione, il che dimostra più che altro la senzazione di incertezza molto forte tra le nostre imprese".  

 "Anche nel commercio assistiamo ad un saldo negativo tra nuovi avvii e cessazioni d'attività - aggiunge Giovanni Struzzola, direttore di Confcommercio - sta subentrando la paura del futuro: dipendenti in maternità che non vengono sostituite, prepensionamenti. Il nostro settore sta pagando uno dei momenti più duri dal punto di vista congiunturale".

"Nel settore alimentare assistiamo ad un consumo più consapevole - aggiunge Fausto Arzani, direttore Confcommercio - e ad una maggiore diffusione di negozi etnici".

 

 
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