Prosegue la querelle politica nata dalle indagini giudiziarie che vedono implicato l'ex segretario provinciale del Pd di Piacenza Paolo Botti, quando era alla guida della società del trasporto pubblico locale Tempi. A quest'ultimo, che aveva sollevato il tema delle spese per viaggi e di rappresentanza degli amministratori, risponde il sindaco Roberto Reggi: "Noi sottoposti a controlli rigidi e non abbiamo carte di credito. Lui fece male al Pd quando si volle candidare alle regionali".
"Botti non sa che sindaci e assessori - ha affermato il primo cittadino - sono soggetti a controlli rigidi per quanto riguarda le spese di rappresentanza e non detengono carte di credito. Se le sue parole riguardo ai viaggi di amministratori locali si riferiscono alla partecipazione alla convention di Londra da parte di un gruppo di componenti della giunta del Comune di Piacenza, invitati dagli emigrati piacentini, posso dire è assolutamente verificabile come le spese siano state sostenute a carico nostro e non c'è stato l'esborso di un solo euro di denaro pubblico. Oggi i sindaci hanno a che fare con ben altri problemi delle spese di rappresentanza".
"Il mio giudizio su Botti è politico - ha proseguito Reggi - e ritengo che lui abbia fatto molto male all'immagine del Partito Democratico ed in particolare reputo grave la sua volontà di candidarsi alle passate elezioni regionali quando ben sapeva di essere oggetto di un'indagine giudiziaria, quella relativa al conto corrente dei metalmeccanici. Per questo abbiamo candidato un'altra persona che per fortuna è stata eletta: pensate cosa sarebbe successo se Botti si trovasse ad occupare oggi lo scranno di consigliere regionale". "Il signor Botti - ha continuato Reggi - non è nelle condizioni di dare lezioni di etica a nessuno, nè tanto meno agli amministratori del Pd. Penso che la vicenda di Tempi e l'indagine per il reato di peculato sia marginale rispetto all'altra inchiesta giudiziaria sul sindacato, ben più grave. Non rinnego il fatto che in questi anni Tempi sia stata ben amministrata, con un contenimento dei costi. Ma questa realtà non ha a che vedere con quella gestione delle carte di credito aziendali, di cui i diretti interessati risponderanno alla magistratura". Infine Reggi ha manifestato pieno appoggio alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dal segretario del Pd Vittorio Silva: "Sono state parole utili e corrette che interpretano i sentimenti degli elettori del Pd. Se Botti continuerà a lanciare accuse generiche agli amministratori democratici, occorrerà valutare quali azioni intraprendere a livello di partito".
La replica di Botti a Silva
Paolo Botti, ex segretario provinciale del Pd di Piacenza, indagato per peculato in relazione all'utilizzo delle carte di credito aziendali quando ricopriva la carica di presidente di Tempi spa, replica alle dichiarazioni del segretario attuale Vittorio Silva. "Silva fa soltanto becero populismo - ha dichiarato Botti - che non gli serve per affrancarsi come segretario, nè tantomeno al Pd, che dovrebbe entrare nel merito delle vicende senza inseguire facili demagogie". Botti difende il suo operato in Tempi ("non c'è azienda della stessa portata che abbia speso meno in consulenze, il mio era un lavoro fatto di incontri e relazioni e le spese sostenute vanno proporzionate agli obiettivi e ai risultati ottenuti") e attacca: "Vorrei fosse messo a paragone il mio comportamento con quello di altri esponenti Pd, che rivestono il ruolo di amministratori o hanno incarichi in altre società partecipate. Abbiamo assistito a sindaci e folte delegazioni di assessori in visita all'estero, da New York a Londra".
Le dichiarazioni di Silva (Pd)
"Chi amministra la cosa pubblica dev'essere sempre al di sopra di ogni sospetto: serve sobrietà e rigore, e poco importa che i fatti che stanno emergendo sul caso Tempi possano essere penalmente non rilevanti". Vittorio Silva, neo segretario provinciale del Partito Democratico era intervenuto così sulle nuove indagini che riguardano il suo predecessore Paolo Botti, presidente della società del trasporto pubblico dal 2003 al 2010. "Il nostro partito si è rinnovato, senza aspettare le indagini e senza arroccarsi come sta facendo il Popolo della Libertà a livello nazionale".