Piacenza - "La sfida in Regione inizia dai servizi pubblici, nonostante quello che dice il presidente uscente Vasco Errani". Anna Maria Bernini, candidata del Pdl alla presidenza della Regione Emilia Romagna, ha presentato oggi a Piacenza il suo programma elettorale, insieme ai tre candidati del Pdl Andrea Pollastri, Carlo Mistraletti e Renata Basini e ai candidati della Lega nord Stefano Cavalli, Medardo Zanetti e Luigi Fogliazza. Presenti anche gli onorevoli Tommaso Foti (Pdl) e Massimo Polledri (Lega).

Un programma elettorale che si basa su quattro punti cardine: capitale umano, trasparenza, innovazione e sviluppo. Al centro di tutto vi è il rispetto della persona, dalla richiesta di una corretta applicazione della legge 194 (con la somministrazione della pillola ru480 rigorosamente in strutture ospedaliere), alla tutela della famiglia nel senso tradizionale. Bernini contesta anche quello che è ritenuto essere un fiore all'occhiello della gestione di centrosinistra della Regione: la sanità. "Non è possibile ripianare ogni anno i buchi di bilancio delle Asl sulle annualità successive. Perchè non affidarsi ad un privato per i servizi, con il pubblico stesso, gli utenti, a fare da garante sulla qualità dei servizi erogati?" dice la candidata Pdl.

Tra i prossimi appuntamenti del centrodestra figura l'arrivo del ministro della Difesa Ignazio La Russa a Piacenza domenica mattina in Sant'Ilario.

Anna Maria Bernini, candidata Pdl per la presidenza della Regione Emilia Romagna, venerdì 5 marzo sarà a Piacenza per incontrare i candidati del centrodestra alle elezioni del 28 e 29 marzo.

L'onorevole Bernini alle 10 sarà all'hotel Roma, insieme la foto dell'onorevole Bernini è tratta dal sito www.parmaoggi.it

"E' con grande soddisfazione - scrive Andrea Pollastri - e un certo sollievo che apprendo dell'accoglimento del ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza della Corte Europea che lo scorso novembre aveva di fatto bocciato l'esposizione del crocifisso dalle aule scolastiche"
"E' un primo passo nella giusta direzione di un iter che si concluderà - mi auguro in maniera positiva - con il pronunciamento definitivo dei 17 giudici della Camera di Strasburgo, una volta sentite le parti".
"La laicità delle istituzioni non può impedire l'esposizione di un simbolo universalmente riconosciuto. Mi auguro quindi che, con la sentenza della Camera venga ribaltata la decisione della Corte Europea dello scorso novembre".