Comunicato stampa della segreteria dell'Italia dei Valori La “Pare – condicio”
Siamo alle solite; la Politica che non vuole essere controllata gioca d’anticipo per controllare il controllore (il sistema di informazione). Questa volta è stato utilizzato l’escamotage della par condicio, o meglio “pare – condicio”.
Vediamo le ragioni di ciò. Lo scorso 10 febbraio, è stata infatti approvata dalla Commissione di Vigilanza della Rai (che manco a dirlo è composta da parlamentari) un regolamento per la par condicio in tv in vista delle imminenti elezioni regionali.
Il Cda della Rai ha criticato questa norma che “incide negativamente sui palinsesti”. Il punto più criticato risulta il comma 4 dell’articolo 6, che assimila alle regole della comunicazione politica nel mese precedente della votazione, anche le trasmissioni di approfondimento, eccetto i telegiornali. In parole povere questa legge costringe i cosiddetti programmi di approfondimento ad uniformarsi ai meccanismi delle tribune elettorali. Per cui, nell’ultimo mese della campagna elettorale, trasmissioni come Annozero, Ballarò, In mezz’ora, andrebbero in onda seguendo specifici paletti imposti dalla Commissione di vigilanza (e quindi della politica) in merito soprattutto alla convocazione dei candidati delle regioni e dei Segretari dei Partiti. Per capire il paradosso di questo provvedimento, basta qui citare un esempio: si pensi se di punto in bianco venisse approvata una legge, che preveda che per un tot di giorni precedenti alle elezioni, i quotidiani non possano più essere liberi di decidere la propria agenda (cioè cosa scrivere) in merito alla politica, con l’obbligo di lasciare spazio unicamente ai candidati delle elezioni regionali. Sarebbe come imporre di trasformare la libera informazione della stampa in un’informazione politica controllata. Ecco, questo è quello che avviene con questo provvedimento, in riferimento però, alla già più che controllata televisione italiana. Eppure una legge che regolamenta la comunicazione politica esiste già; la legge 22 febbraio 2000, n. 28, disciplina proprio la comunicazione politica, e non solo nel periodo antecedente a tutte le elezioni e ad ogni referendum, ma anche in ogni periodo dell’anno. Di qui sorge l’impressione di un ennesimo tentativo di svuotamento del principio della libertà di espressione, che ha portato la Federazione nazionale della stampa italiana insieme al sindacato dei giornalisti Rai a fare finalmente sentire la propria voce. Vedremo come andrà a finire.
Segreteria Italia dei Valori Piacenza
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