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Pollastri (Pdl): "Piano Territoriale, la Regione esclude Piacenza dai suoi confini"

Piano Territoriale; la Regione esclude Piacenza dai suoi confini. L'intervento del candidato alle Regionali per il Pdl Andrea Pollastri

Mezza paginetta in un documento di centinaia di pagine. Niente di più. Questo quello che viene assegnato a Piacenza e al suo territorio nel PTR, il Piano Territoriale Regionale, il principale punto di riferimento per le scelte dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni per il disegno urbanistico e infrastrutturale, approvato ieri dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna.

Al di là del documento in sé, che nelle intenzioni dovrebbe costituire l’architrave dell’azione della Regione nei prossimi 10-15 anni e, invece, si limita a una presa d’atto dell’esistente senza una prospettiva concreta, quello che più preoccupa – e offende – è il trattamento riservato alla nostra provincia.

Una decina di righe ad indicare le vocazioni della nostra città, con l’illuminante intuizione che non siamo “l’estrema periferia della Regione, ma un territorio di cerniera tra l’Emilia, il Piemonte e la Lombardia, e un’altra pagina per indicarci – in definitiva – che possiamo svolgere un ruolo su scala interregionale nella macro regione padano-alpina se sapremo offrire qualità per attrarre “intelligenze” che guidano la ricerca.

Tutto qui. Non uno spunto programmatico, una visione del futuro né una soluzione concreta per seguire questa vocazione naturale.

Piacenza ai confini dell’impero, come sempre, anzi al di fuori. Il documento del Presidente uscente Errani non fa altro che confermare la tendenza, quasi che le scarse nozioni presenti nel PTR sulla nostra provincia siano prese da wikipedia.

Non un accenno nel PTR a strumenti e progetti che indichino in modo più specifico il ruolo che il nostro territorio può svolgere rispetto all’Emilia-Romagna e al sistema padano nel suo insieme.

Piacenza necessita di un’adeguata interconnessione infrastrutturale, attraverso lo sviluppo dei grandi corridoi intermodali tra i quali è compresa. Le potenzialità della città, di cui certo siamo più a conoscenza noi piacentini che non chi compare solo ogni 5 anni per chiedere il voto, necessitano di azioni di sviluppo e rafforzamento che possono valorizzare la città sia nell’ambito strategico regionale, sia in una cooperazione interregionale anche in vista dell’EXPO 2015.

Il documento approvato dal consiglio regionale e le intenzioni della Giunta di sinistra dell’Emilia-Romagna non vanno certo nella direzione auspicata.

 
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