Debutta al Teatro Municipale di Piacenza
Elektra di Richard Strauss
opera che richiede un eccezionale organico orchestrale con l’impiego di innumerevoli strumenti.
Per questo motivo, il regista Manfred Schweigkofler
ha posizionato le due orchestre sul palcoscenico
sabato 30 gennaio ore 20.30 e domenica 31 gennaio ore 15.30
Dopo i successi di Bolzano e Modena, il palcoscenico del Teatro Municipale di Piacenza si appresta ad accogliere la produzione di Elektra l’opera di Richard Strauss mai rappresentata non solo a Piacenza ma in molti teatri italiani dato che richiede un organo strumentale tra i più nutriti (se non il maggiore in assoluto insieme ai Guerre Lieder di Schoenberg). Per questo, ci sono volute ben due orchestre per un totale di 110 elementi: l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento dirette da Gustav Kuhn dotate di una ricca gamma di strumenti che il regista Manfred Schweigkofler, ha posizionato in palcoscenico. E’ questa la peculiarità della produzione inclusa nella stagione lirica della Fondazione Toscanini che ha per oggetto un’opera frutto della proficua collaborazione tra il compositore tedesco e Hugo von Hofmannsthal. Elektra si avvale di un meraviglioso libretto, scritto sul fine-secolo a Vienna in un momento così importante per la cultura europea. Un libretto poetico molto filosofico, una sorta di quintessenza del suo pensiero che mescola antico e moderno, passato e futuro, mitologia e psicoanalisi, ragione e poesia. Strauss per la prima volta vide Elektra a Berlino nel 1903. Ne fu catturato dalla violenza così primordiale delle passioni e per la raffigurazione dei personaggi così prepotentemente descritti. L’opera andata in scena per la prima volta a Dresda nel 1909, "Elektra" ottiene subito il successo, mentre in Italia fu rappresentata al Teatro alla Scala nel 1910.
L'Elektra è una rivisitazione moderna del mito antico portato sulla scena da Sofocle, dove si mettono in rilievo gli aspetti demoniaci del mondo classico e si esplorano i lati oscuri della psiche studiati in quegli anni da Freud. Ovunque nell'Elektra troviamo passioni ed immagini di morte che convergono verso un espressionismo esasperato. La morbosità dei rapporti umani che già si trova nella tragedia di Hofmannsthal, viene accentuata dalla musica di Strauss. Hofmannsthal era uno dei grandi nel mondo delle letteratura austriaca,
autore di liriche e di raffinati drammi in cui si respira un'atmosfera di dissoluzione e caducità: i miti dell'"Austria felix": l'imperatore, le parate militari, le feste da ballo, le passeggiate alla periferia di Vienna - sono condannati a dissolversi, come i grandi miti delle città passate, e "un senso di morte occulta si coglie dietro le apparenze della vita". Hofmannsthal si è dimostrato il migliore interprete della propria opera, così infatti ne descrive l'essenza: "In Elektra il problema centrale è l'azione ed il rapporto con l'azione; un
crimine viene espiato per mezzo di un altro crimine, e quest'espiazione è imposta ad una creatura che è condannata due volte ad andare verso la catastrofe: in quanto individuo si considera capace, in quanto donna si considera incapace di compiere quell'atto".
Elektra è senza dubbio una delle composizioni più complesse ed importanti della storia della musica. La partitura, del compositore tedesco, si muove ai confini della tonalità tradizionale, creando atmosfere di grande tensione armonica e timbrica. Nonostante la complessità della forma impiegata, che deve molto a Wagner da una parte ed al teatro musicale contemporaneo dall’altra, Elektra, un’opera pressoché tutta al femminile, è entrata a far parte dei grandi classici del Novecento, dove tra l’altro la protagonista entra in scena poco dopo l'inizio dell'opera per restarvi ininterrottamente sino alla fine. Con questo ruolo Strauss ha dato vita ad una delle parti più impegnative per soprano drammatico.
Elektra libretto di Hugo von Hofmannsthal, musica di Richard Strauss in programma sabato 30 gennaio ore 20.30, domenica 31 gennaio ore 15.30 e (venerdì 29 gennaio ore 15.30 Generale Pubblica per le Scuole e per gli ospiti delle Case di Riposo). Nel cast figurano nel ruolo di Elektra i soprani Elena Popovskaya e Anna Katharina Behnke (29,31/01), i soprani che interpretano Chrysothemis sono Maida Hundeling e Michela Sburlati (29,31/01), il tenore Richard Decker è Aegisth. Sono chiamati ad interpretare il personaggio di Oreste i baritoni Wieland Satter e Thomas Gazheli (29, 31/01), quello di Klytämnestra i mezzosoprani Anna Maria Chiuri e Mihaela Binder Ungureanu (31/01). Il cast è completato da Igor Bakan (L'aio di Oreste), Elisa Maffi (La confidente), Charlotte Soumeire (L'ancella dello strascico), Arnold Bezuyen (Un giovane servo) Vito Maria Brunetti (Un vecchio servo), Martina Bortolotti (La sorvegliante); i ruoli delle cinque ancelle sono svolti da Jelena Bodrazic (prima ancella) Monika Wäckerle (seconda ancella) Anahita Ahsef (terza ancella), JaeHee Kim (quarta ancella), Lara Martins (quinta ancella); la regia è firmata da Manfred Schweigkofler, mentre Hans-Martin Scholder è autore del concetto scenografico, Michele Olcese ha creato le scene, Andrej Hajdinjak le luci e Violeta Nevenova i costumi; il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è diretto da Corrado Casati; fanno parte dell’organico femminile del coro, le sei serve: Bettina Block, Gloria Contin, Stefania Ferrari, Mariangela Lontani, Luisa Staboli, Vittoria Vitali. Lo spettacolo va in scena in lingua originale con i sopratitoli in italiano.
Il Comune di Piacenza e la Fondazione Arturo Toscanini ringraziano gli sponsor che sostengono la Stagione Lirica, affiancando le due istituzioni per la realizzazione degli spettacoli: Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma & Piacenza (Gruppo Crédit Agricole), Mandelli Spa, Gruppo Giglio (Edilservizi, Si.Gi. Servizio Ospedalieri, Ingegneria Biomedica S. Lucia, Gidea alta tecnologia), Siram, Piacenza Turismi, Edipower, Camera di Commercio, Cementi Rossi, Enia, Enel e Confindustria.
Un particolare ringraziamento ad Enel, sponsor dell’Elektra