Tagli dei posti docenti, Piacenza è la cenerentola dell'Emilia Romagna. Rispetto all'anno scorso, il numero dei prof si riduce del 4,7%: si passa da 3.036 a 2.893 insegnanti. I dati sono stati forniti ieri mattina a Bologna dai sindacati di categoria Fcl Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, e riportati dal Resto del Carlino.
La scure dei tagli colpisce ancora la Regione: rispetto all’anno scolastico 2008-2009, a settembre gli istituti della regione dovranno fare i conti con un deficit di 1.637 docenti (-3,8%), e di 713 (-4,98%) tra collaboratori scolastici (-518), personale amministrativo (-116), personale tecnico (-77), e direttori di servizi generali amministrativi (-2).
A soffrire maggiormente i tagli ai docenti sono le scuole di Piacenza, che in percentuale perdono di piu’ di tutte le altre provincie della regione, -4,71%, passando da 3.036 a 2.893 insegnanti. Seguono Reggio Emilia, dove si passa da 5.299 a 5.054 docenti (-4,62%), Rimini (da 2.945 a 2.814 docenti; -4,45%), Forli’ (da 4.148 a 3.966 docenti; -4,39%), Bologna (da 9.086 a 8.695 docenti; -4,3%), Ferrara (da 3.219 a 3.105 docenti; -3,54%), Ravenna (da 3.586 a 3.470 docenti; -3,23%), Parma (da 4.164 a 4.032 docenti; -3,17%), e Modena (da 7.604 a 7.42; -2,41%).
Le posizioni dei sindacati
"La situazione è grave - commenta Raffaella Morsia, Flc Cgil -: questi tagli rischiano di mettere in seria discussione la qualità del sistema educativo piacentino. E' questo il tema del documento che presenteremo al prefetto Luigi Viana, ed è il motivo che ci spinge a sollecitare la convocazione della conferenza scolastica provcinciale di coordinamento. Faremo pressioni a tutti i livelli affinchè in sede di assegnazione dell'organico di fatto venga data la possibilità di garantire l'offerta formativa agli studenti".
"Piacenza deve già fare i conti con una popolazione scolastica in costante aumento - fa notare Stefano Vantadori, Cisl Scuola -, i nuovi tagli avranno la diretta conseguenza di far crescere il numero degli alunni per classe. Non è un caso che per la prima volta non sia stata accolta la richiesta di aprire nuove sezioni per le scuole materne. Deve essere chiaro, agli organi superiori, che non è possibile parlare di scuola solo in termini numerici. Qui si rischia di compromettere - sottolinea il sindacalista - la funzionalità educativa delle nostre scuole".