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Haulin'ass: Toward which future: la recensione di PiacenzaSera

HAULIN’ASS- TOWARD WHICH FUTURE

Abbiamo un consiglio, da dare agli Haulin’Ass: mettete a riposare gli strumenti, ritiratevi e vendete consulenze ai gruppi in giro per il mondo.
Ci metterete poco a diventare ricchi.
Con le idee contenute in Towards Which Future, l’album dei cinque piacentini da poco uscito per Vacation House (e distribuito nientepopodimeno che da GoodFellas), una band hardcore di un qualsiasi angolo del pianeta ci campa vent’anni.
E’ proprio questo che colpisce di più della prova sulla lunga distanza dei nostri: già dopo un paio di pezzi c’è da fermare il cd, fare un lungo respiro, e ricapitolare. La testa gira per le tante suggestioni, i tanti orizzonti, le tante stratificazioni che quelle canzoni contengono e sparano nelle orecchie del bencapitato ascoltatore.
Tecnicamente sarà anche hardcore, non convenzionale come precisano gli stessi Haulin’Ass, ma non è certo quello che ricordiamo noi che qualche capello bianco comincia a spuntare qua e là: una volta i maestri del genere battevano il tempo, partivano in quarta e con tre accordi se la cavavano.
Strofa-strofa-ritornello, strofa-ritornello, assolino-doppioritornello e via in chiusura.
Fine.
Messa a confronto, la scrittura degli Haulin’ Ass è invece un mirabile caleidoscopio di colori, una paletta che passa dalle tinte più fosche ai toni più brillanti: spartiti complessi e ricchi, i loro, capaci di portare a sintesi urgenza espressiva e gusto compositivo, far coesistere intransigenza sonora e fantasia, rigore e creatività.
Certo il suono è duro, finanche molto duro, e a tratti si fa anche acido: il drumming preciso e potente guida chitarre che ora sostengono muscolose l’impalcatura e ora disegnano arabeschi barocchi, il tutto cucito da linee di basso non banali ed efficaci.
Suonano bene gli Haulin’ Ass, e soprattutto dimostrano in questo cd la capacità di fare musica, costruire un suono, disegnarsi un’identità: forse una recensione come si deve dovrebbe indicare qualche riferimento, suonano come o ricordano i, ma sarebbe un ingeneroso togliere valore ad un obiettivo che in pochi gruppi non solo locali ma nemmeno nazionali sono in grado di centrare.
Fare musica.
Cioè partire dalle tradizioni, ché da quelle è difficile affrancarsi, ma farle proprie, aprire uno squarcio rock’n’roll in una cavalcata hardcore e rimanere credibili, giocare tra progressioni melodiche e spigolose dissonanze, passare con naturalezza dalle geometrie nu-metal a ghirigori free, con un approccio sinceramente e proficuamente crossover.
Fare musica.
Altrettanta cura e personalità la si ritrova infine nella redazione dei testi, che un cantato aggressivo ed emotivo grida in faccia all’ascoltatore: con una menzione speciale per Lei regina e Sleeping mostro, due pezzi cantati in italiano (abbiamo un debole per chi usa la lingua di Dante) che collocano gli Haulin’ Ass nella scia delle più grandi realtà hardcore tricolori, passate e presenti.

Un disco maturo, capace di sprovincializzare la scena piacentina facendola affacciare su orizzonti più ampi e ancora poco frequentati, e curato in ogni suo dettaglio: il booklet, che raccoglie i testi in una grafica minimale, è prova del livello di serietà dei cinque ragazzi.

E d’altronde gli Haulin’Ass ce lo avevano fatto capire, con il recente live a Tendenze: il botto era pronto.
Eccolo sotto forma di cd.

Il disco, dodici brani in tutto divisi idealmente in tre capitoli, è stato registrato all’Elfo Studio di Tavernago, e masterizzato Santa Barbara (Usa) da Gene Grimaldi: è in vendita nei negozi della città e online sul sito del gruppo.


Da acquistare ed ascoltare, consigliato anche a chi non è uso praticare territori sonori così hard.


http://www.haulinass.it/

http://www.myspace.com/haulinasshc
 

 
Commenti:



Che dire... una recensione da batticuore. In questi casi non si deve ringraziare... o almeno, non per le parole spese ma, questo sì, per il tempo e la cura dedicata nel capire il nostro disco.
Piè (il batterista)
16/10/2009  13.41


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