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Classi ponte, "estranee alla cultura dell'Emilia Romagna"

Scuola. Classi ponte, estranee alla cultura dell'Emilia-Romagna. L'assessore Manzini: "L'integrazione dei cittadini stranieri passa dalla scuola. In Emilia-Romagna stiamo avviando un progetto sugli apprendimenti linguistici per l'inserimento dei bambini stranieri".

Bologna – Le classi ponte sono estranee alla cultura dell’Emilia-Romagna, che ha sempre puntato all'integrazione e che intende continuare a farlo. L'assessore regionale alla Scuola, Paola Manzini, risponde così al dibattito sulle classi speciali per i bambini immigrati.
“Non esiste nessuna base didattica dietro a un provvedimento del genere – dice Manzini – I bambini stranieri imparano la nostra lingua molto più velocemente stando a contatto con i loro coetanei italiani, come del resto succede ai nostri figli quando vanno ad imparare una lingua straniera all’estero. In realtà, dietro a termini tecnici a prima vista neutri, quali classi ponte o d’inserimento, si intendono celare malamente sentimenti di crescente insofferenza nei confronti degli immigrati".
"L’integrazione dei cittadini stranieri passa in primo luogo attraverso la scuola - continua l’assessore Manzini - Per l’Emilia-Romagna questa è la strada giusta, e continueremo a seguirla. In questi giorni stiamo avviando il progetto sugli apprendimenti linguistici che ci vedrà impegnati nei prossimi due anni".   
Il progetto ‘Lingue e culture’, è un’azione che intende mettere a sistema e diffondere a tutto il sistema scolastico regionale le migliori pratiche realizzate in questi anni dalle singole scuole per l’inserimento dei bambini stranieri e per l’insegnamento della lingua italiana, senza peraltro fare perdere la lingua madre.
“Credo su questa materia sia bene lasciare decidere alle scuole come operare, in base al contesto nelle quali lavorano – conclude Paola Manzini – Del resto il 35% degli iscritti di origine straniera nelle scuole della nostra regione sono nati in Emilia-Romagna: l’integrazione rimane un fatto fondamentale ma l’apprendimento della lingua non è l’unica e la principale criticità”

 
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