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Le categorie economiche in Provincia: "Ricominciamo ad assumere"
Consiglio provinciale aperto dedicato all'economia alla presenza la maggior parte dei rappresentanti delle categorie produttive piacentine. Da parte del presidente della camera di commercio Giuseppe Parenti arriva l'invito a semplificare la burocrazie per le imprese: “Avere risposte certe in tempi celeri – ha detto nel suo intervento -  rappresenta un aiuto importante per le aziende in un momento cosi difficile, con un brusco calo dell'export per la meccanica avanzata nell’ordine del 42 per cento. Importante e' fare squadra proponendo pochi progetti condivisi”.  Uno scenario positivo in questo senso è rappresentato da Expo 2015, a cui la camera di commercio dedichera' una seduta.
 
La parola è poi passata a Marina Molinari, segretaria provinciale Cisl, che ha evidenziato come “per la prima volta da un anno e mezzo a questa parte stia diminuendo la richiesta di cassa integrazione”. “Bisogna guardare avanti, cercare di creare sviluppo – ha aggiunto - non si esce dalla crisi con gli ammortizzatori sociali. Occorrono politiche attive del lavoro, favorire l’incrocio tra domanda e offerta. Ci sono in discussione i piani urbanistici dei comuni: e' necessario che i piccoli centri si mettano insieme per farli diventare strumento di sviluppo”.
 
Molinari ha concluso lanciando un appello agli amministratori: “Non dimenticate i giovani, ogni volta che si fa un'azione per i disoccupati occorre un'iniziativa di pari valore per i giovani”.
 
“La nostra provincia sotto certi aspetti ha patito meno la crisi – ha evidenziato Giuseppe Cella, vicepresidente di Confindustria Piacenza”. “Ora si colgono segnali di ottimismo, molto cauti. Due settori come quello delle macchine avanzate e quello delle costruzioni soffrono invece ancora. Non bastano gli ammortizzatori sociali, dobbiamo far diventare la nostra provincia attraente per nuovi investitori”.
 
Per il mondo della cooperazione ha parato Francesco Milza, presidente di confcooperative. “Le cooperative sociali stanno soffrendo soprattutto per le difficolta' da parte delle pubbliche amministrazione di pagare nei tempi previsti – ha spiegato nel suo intervento -. Ci sono risparmi e risparmi: quelli frutto di razionalizzazione e quelli fatti sulla pelle della persone”.
 
Gianluca Barbieri di Unione Commercianti ha invece ribadito la necessita di snellire le procedure burocratiche per l'apertura di nuove attivita'. “Data la disponibilita' di nuove aperture alla domenica, c'e la necessita' di diminuire i costi per le assunzioni: si ricorre a tirocini e apprendistati perche costano meno”.
 
Uno dei problemi maggiormente sentiti è secondo Gianluigi Bisi di Coldiretti "la difficolta nel ricevere in tempi celeri di finanziamenti regionali. L'urbanizzazione sta togliendo spazi all'agricoltura, ad esempio per quanto riguarda il fotovoltaico occorre prestare attenzione per evitare speculazioni finanziarie".
 
 Alberto Bottazzi di Confartigianato parla del proprio comparto. "Grossa impasse dovuta all'edilizia, impiantisti e idraulici stanno segnando il passo - dice -. Per quanto riguarda il settore dell'estetica, patisce la riduzione dei consumi. Gli artigiani pensano di essere ancora al centro della crisi, al limite di aver oltrepassato la punta piu' elevata di questa situazione di difficolta'. Quando diciamo che il nostro e' un cauto ottimismo vuol dire che il numero di imprese chiuse quest'anno e' inferiore al 2009, ma resta ugualmente elevato. C'e' comunque una ripresa degli ordini, ma rispetto alle banche e alle istituzioni c'e l'impressione di essere ancora in letargo".
 
L'assessore al Lavoro Andrea Paparo traccia un bilancio della situazione del mercato per quanto riguarda Piacenza. I dati parziali del 2010 (dieci mesi, da gennaio a ottobre) fanno vedere una piccola ripresa: i nuovi ingressi nello stato di disoccupazione diminuiscono del 13% rispetto allo stesso periodo nel 2009, anche se restano distanti da quelli pre crisi.
Riprendono anche gli avviamenti al lavoro: + 6% rispetto al 2009, soprattutto nel settore dell'industria meccana, dove si concentra il 60% dell'occupazione di settore in provincia.
 
 
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