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Nucleare, i dubbi di Pd e Boiardi

Si è conclusa oggi la prima fase della campagna antinucleare “Energia per la vita”, organizzata dai territori di Piacenza, Cremona, Lodi e Mantova. A Cremona erano presenti l'on.Marco Pezzoni e Benito Fiori (CreaFuturo di Cremona), il sen.Gianni Piatti (Lodi), il sindaco di Monticelli Sergio Montanari, il sindaco di Motta Baluffi, la vicepresidente delle Acli di Cremona, il consigliere provinciale Gianluigi Boiardi e l'ex assessore all'ambiente Gianluigi Ziliani.

“Si è conclusa una prima fase di sensibilizzazione con la raccolta delle firme per la petizione Energia per la vita che ha avuto un buon riscontro nei territori coinvolti. Si apre ora la fase più difficile – spiega Boiardi. Siamo in attesa di una forte operazione mediatica da parte del presidente del Consiglio Berlusconi che, come da lui stesso sottolineato, prima di dichiarare i siti delle prossime centrali, vuole convincere i cittadini a cambiare idea sul tema del nucleare. Per noi è arrivato quindi il momento di promuovere il più possibile le fonti rinnovabili che hanno tutto il potenziale per essere le fonti del futuro: non inquinano e sono praticamente inesauribili”. Un'azione di comunicazione e sensibilizzazione che, come ha spiegato Ziliani, ha un duplice aspetto: “favorire lo sviluppo delle rinnovabili e confutare i luoghi comuni che presentano l'energia nucleare come la più economica, sicura ed inesauribile. Un esempio arriva dai dati forniti dall'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili: anche nell'ipotesi di un nucleare “regalato”, il costo dell'energia elettrica per un piccolo imprenditore italiano, pari a 192 euro per megawatt si ridurrebbe a 179, a fronte di un costo di produzione di 52 euro. Questa assurda sproporzione tra costo industriale dell'energia e costo finale al consumatore non può essere valutata che in termini politici”.

A sostegno della campagna informativa, il coordinamento dei territori promuove il 12 giugno a Cremona un convegno a Palazzo Cattaneo con esperti in materie di energie rinnovabili.

Sul tema del nucleare interviene anche il Partito democratico. "Caorso ospiterà una nuova centrale nucleare? Saranno individuate altre città in Emilia-Romagna? Il Governo faccia finalmente chiarezza". Questo è quanto chiedono in un'interrogazione urgente i deputati del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna, tra i firmatari anche il capogruppo Dario Franceschini e il segretario nazionale Pier Luigi Bersani.
"Numerosi governatori - si legge nel documento - e presidenti di Regione hanno espresso una netta contrarietà ad ospitare le infrastrutture nucleari sui propri territori - prosegue - non è accettabile escludere la voce dei territori e dei cittadini da decisioni così rilevanti e che li riguardano da vicino. La località di Caorso - si specifica - in provincia di Piacenza, è considerata per le caratteristiche geografiche e fisiche particolarmente idonea a ospitare uno dei nuovi impianti, il Governo - conclude - indichi quali sono i modi e i tempi di realizzazione del piano nucleare italiano e se, riguardo i siti ove sorgeranno le centrali, Caorso sia tra questi o se altri luoghi saranno scelti nella nostra regione".

"Dopo il decreto legislativo sul nucleare - afferma l'onorevole e responsabile Ambiente del PD Emilia-Romagna, Alessandro Bratti, tra i firmatari dell'interrogazione - gli accordi e le alleanze strette con il governo Russo per promuovere la ricerca e lo sviluppo tecnologico; le dichiarazioni del presidente Berlusconi e le iniziative in corso, pare proprio che il programma nucleare italiano che prevede la realizzazione d! i alcune centrali sia imminente. Nonostante il Partito Democratico - aggiunge - abbia chiesto che il Governo facesse chiarezza prima delle elezioni regionali ancora oggi il centro destra, e la Lega Nord, parlano di nucleare ma non indicano in quali regioni e città intendono realizzarlo.
Noi continueremo nel dire un chiaro ‘no al nucleare' - precisa - e proponiamo idee per lo sviluppo delle energie pulite. E sosteniamo - ricorda Bratti - la Regione Emilia-Romagna quando denuncia che il Decreto del Governo sia sotto diversi profili lesivo delle competenze e delle prerogative che la Costituzione attribuisce alla Regioni; e che, oltre ad essere stato emanato in assenza del parere della Conferenza Unificata, non garantisca un adeguato coinvolgimento delle autonomie regionali e non assicuri un'intesa forte con le regioni interessate".

 
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