"Un insulto alla memoria e a Pecorara stessa, che svolse un ruolo di primo piano nella Resistenza piacentina". E' tranciante il giudizio di Mario Cravedi, presidente provinciale dell'Anpi, di fronte alla scelta dell'amministrazione comunale del paese dell'alta Valtidone di cancellare piazza 25 aprile, sostituendo l'intitolazione con "cardinale Jacopo da Pecorara". L'associazione dei partigiani ha indetto una conferenza stampa per affermare che la questione del 25 aprile "non è un problema dell'Anpi, ma di tutti noi e della repubblica italiana, che nasce da lì, dalla data della Liberazione". Cravedi ha spiegato con nettezza che "non sono possibili mediazioni, il sindaco Albertini abbia il coraggio di fare un passo indietro e di ritirare la delibera sul nome della piazza".
"E' un insulto questa scelta - ha spiegato Cravedi - perchè sul territorio di Pecorara combatterono importanti personaggi della Liberazione, come Italo Pietra poi diventato famoso giornalista; lì c'è la tomba di don Giuseppe Bruschi, cappellano di Peli, tra i primi a organizzare la Resistenza nel piacentino; inoltre da quelle parti il 31 dicembre del '44 vennero trucidati 7 giovani partigiani". "Rasenta il ridicolo - affonda Cravedi - la dichiarazione del sindaco di Pecorara secondo cui non sarebbe una decisione politica, qui si vuole cancellare il richiamo a una festa nazionale. Chiediamo ad Albertini, con il quale abbiamo sempre avuto ottimi rapporti, che faccia autocritica e torni indietro. Sulla questione si pronunci anche la Provincia, consideranto che il vicepresidente Parma e il presidente del consiglio provinciale Pasquali sono iscritti all'Anpi. Perchè noi dobbiamo sapere con chi fare le celebrazioni". Stefano Pronti ha ricordato come "a Pecorara c'è già una piazza intitolata a Jacopo da Pecorara e poi prima di santificare questo personaggio occorrerebbe compiere una esaustiva indagine storica". Sulla scelta toponomastica, l'Anpi contesta anche il metodo seguito dall'amministrazione della Valtidone: "Serve il parere della Soprintendenza e una procedura normata da una legge del '23, passi che non sono stati compiuti. E' la prima volta d'altronde che si vuole cambiare il nome a una piazza". L'Anpi ha indetto un'assemblea di iscritti e simpatizzanti venerdì 22 gennaio alle 18 presso la propria sede.
Riportiamo il comunicato ufficiale dell'Anpi (leggi qui) e la presa di posizione di Massimo Polledi e Roberto Pasquali della Lega Nord (leggi qui) che sostengono la necessità di non strumentalizzare la vicenda.
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E' polemica dopo la recente decisione del sindaco di Pecorara Franco Albertini (nella foto durante un'inaugurazione) e della giunta comunale di centrodestra che governa il paese di cambiare il nome alla piazza principale del paese: dall'attuale piazza "25 aprile" dovrebbe diventare "piazza cardinale Jacopo da Pecorara", in memoria dell'illustre uomo di Chiesa vissuto a cavallo tra il XII e XIII secolo. Una scelta che ha già suscitato le contestazioni della minoranza in consiglio comunale e che registra la reazione del capogruppo in Provincia del Pd Marco Bergonzi, di Roberto Montanari, segretario di Rifondazione comunista, e di Mario Spezia, presidente dell'associazione partigiani cristiani di Piacenza. Interviene invece in difesa di Albertini il coordinatore provinciale del Pdl Tommaso Foti. "Nessuna strumentalizzazione politica: cambi nome la piazza, ma rimanga un richiamo al XXV aprile a Pecorara"
Ecco l'intervento di Bergonzi (Pd).
Cancellare l’intitolazione di una piazza al 25 Aprile significa strappare la nostra carta d’identità, eliminare la data cardine su cui si fonda la nostra comunità, una tappa fondamentale per essere ciò che siamo. E’ l’ieri di tutti noi, non è un nome qualsiasi, suscettibile di essere depennato al pari di qualsiasi altra intitolazione toponomastica, nessun’altra destinata a sostituirla può avere la stessa valenza. Non ci dovrebbe neppure sfiorare il sospetto che possa esser questione politica; da tanti anni è in corso un cammino perché il 25 Aprile sia davvero un patrimonio che accomuna ogni Italiano, una data unificatrice, che non divide, ma è valore condiviso da tutti, è l’uscita dalla guerra, la fine della peggior catastrofe, è il nuovo inizio, è una grande festa nazionale. Non possiamo disconoscere questo fondante patrimonio di valori ereditato e simboleggiato da questa data, che non a caso è presente pressochè in ogni centro urbano ed ad ogni latitudine nel nostro paese. La piazza principale poi, è sinonimo di luogo dove la gente si incontra, dove si è soliti ritrovarsi, è il luogo che più degli altri ciascuno conosce; già cambiarne il nome è spesso uno stravolgimento del vissuto fino a quel momento, a maggior ragione quando una Piazza è dedicata al 25 Aprile. Credo che questo tema meriti molta attenzione da parte dell’amministrazione ed auspico che sia possibile trovare un altro luogo da intitolare all’ insigne cardinale Jacopo da Pecorara, che non deve suo malgrado essere oggetto di inevitabili polemiche se il prezzo per dedicargli giustamente l’intitolazione di una strada, diventa quello di cancellare il 25 Aprile. Marco Bergonzi
Ecco invece l'intervento di Montanari (Prc).
Una scelta ipocrita e vergognosa quella assunta dal sindaco e dalla giunta di Pecorara di cambiare la denominazione della piazza del paese cancellando il riferimento al 25 aprile.
E’ questo il frutto di un clima politico che vede tutto il centrodestra impegnato da Roma alla Val Tidone in un lavoro scientifico di smantellamento della nostra Costituzione repubblicana e quindi anche dei suoi fondamenti antifascisti.
Si colpisce un simbolo come il 25 aprile, data della Liberazione dal nazifascismo, per distruggere la memoria dei valori di libertà, giustizia, democrazia, uguaglianza davanti alla legge ed educare invece alla “normalità” dell’intolleranza, del razzismo, dell’arroganza, del potere tutto concentrato nelle mani di un unico uomo forte.
Il sindaco e la giunta di Pecorara offendono non solo la nostra democrazia, ma anche quei concittadini e quelle concittadine che con generosità infinita hanno scelto la via della Resistenza alla dittatura arrivando anche al sacrificio della vita.
Rifondazione Comunista non ci sta! Propone da subito l’organizzazione in quel di Pecorara di una giornata di mobilitazione e protesta contro il revisionismo storico e la perdita della memoria ed invita alla rivolta civile tutti coloro che hanno a cuore la Costituzione e l’antifascismo.
Qualora la sciagurata scelta dell’amministrazione si realizzasse il PRC piacentino ricollocherà al suo posto la targa originaria “Piazza 25 aprile, l’antifascismo non si dimentica”.
Roberto Montanari
segretario prov.le P.R.C.
INTITOLAZIONE PIAZZA
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 per l’anniversario della Liberazione ricordava:
“Per l’Italia tutta, il 25 aprile fu il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale nel nome della Libertà. Si dischiuse quel giorno il luminoso orizzonte della democrazia. Un filo ininterrotto lega gli ideali e le gesta del risorgimento alle imprese della lotta di liberazione e alla rinascita dell’Italia: repubblicana per libera scelta del popolo italiano.”
Il 25 Aprile è la vera Festa nazionale per il nostro Paese, è il momento simbolo della nostra Patria e della nostra Repubblica basata sul lavoro, la libertà della persona, la democrazia e l’unità.
Fingere di minimizzarne il significato vuol dire non credere a questa Patria, a questo Stato, a questa Costituzione che caratterizza il senso più profondo della nostra convivenza civile e ne detta le regole fondamentali.
Il gesto del sindaco di Pecorara, Albertini (di eliminare dalla toponomastica del suo Comune il nome di piazza 25 Aprile), è un’offesa a tutto questo; è il disconoscimento di questo Stato, di questa Patria, di questa Costituzione; è, il suo, un maldestro modo per ringraziare ed ingraziarsi i favori dei leader leghisti che periodicamente gli fanno visita.
E, nel contempo, è un’offesa ai martiri delle Aie di Busseto (frazione di Pecorara) ed a don Giovanni Bruschi, cappellano della Resistenza, che nel cimitero di Pecorara riposa.
Ricordiamo al giovane e sprovveduto sindaco Albertini che la possibilità che oggi gli è concessa di dire e pensare liberamente ciò che vuole lo deve a tanti ragazzi come i martiri delle Aie di Busseto ed a tanti preti come don Giovanni Bruschi e non certamente al pur prestigioso cardinale Jacopo da Pecorara che potrà trovare altro luogo in cui essere ricordato che non la piazza che i predecessori di Albertini hanno così opportunamente dedicato al ricordo delle nostre radici repubblicane.
Mario Spezia
Presidente Provinciale
Associazione Partigiani Cristiani
Ecco il comunicato di Tommaso Foti (Pdl)
"La sinistra piacentina perde il pelo ma non il vizio di calunniare per il gusto di farlo. Le meschine, ingiustificate e volgari espressioni riservate al Sindaco Albertini, di cui molti detrattori dimostrano di ignorare la storia famigliare e personale, lo attestano" lo afferma il coordinatore provinciale del PdL, on. Tommaso Foti
"Se Albertini avesse voluto dare vita ad un'iniziativa politica, non aveva certo bisogno di intaccare piazza 25 Aprile: l'onomastica dei residui di totalitarismo ereditata a Pecorara - continua l'on. Foti - non manca di certo. A partire dalla frazione di Costalta dove una via è intitolata a Lenin (cui si addebita di avere assentito l'uccisione di qualche milione di persone) e un'altra a Karl Marx (le cui ricette ideologiche sono oggi disconosciute anche dai comunisti pentiti)!."
" In realtà il Sindaco di Pecorara- sostiene il coordinatore provinciale del PdL - nulla di tutto questo ha fatto, invece ritenendo, in piena buona fede, di potere intitolare la piazza principale del proprio Comune al personaggio che più di tutti allo stesso aveva dato lustro".
"Del resto non mi risulta - continua Foti - che Mario Cravedi, oggi presidente dell'Anpi ma per lunghi anni attivissimo consigliere del Pci a Piacenza, abbia mai proposto di modificare la titolazione di Via Jacopo da Pecorara a Piacenza, sostituendola con Via XXV Aprile. Ciononostante nessuno ha mai dubitato per questo del suo attaccamento ai valori di libertà e democrazia".
"Certo è che Albertini tutto è - afferma Foti - meno che un giovane e sprovveduto sindaco, così come affermato da un assessore della giunta Boiardi sonoramente bocciato dagli elettori nelle recenti elezioni provinciali. Il sindaco di Pecorara è per contro un innamorato del proprio paese e delle proprie radici a tal punto che, nonostante svolga l'attività professionale al di fuori dei confini comunali, dedica gran la parte che gli resta del proprio tempo alla sua comunità".
"Chi poi vuol dare lezioni di democrazia di antifascismo e di democrazia ad Albertini - aggiunge il coordinatore del PdL- proponendo di celebrare il 25 aprile a Pecorara, dimostra di ignorare, e questa sì che è una colpa grave, che detta celebrazione avviene in altra data ad Aie di Busseto, cvon la partecipazione dei rappresentanti dell'Amministrazione Comunale di Pecorara."
"In ogni caso - conclude Foti - fermo restando che l'intitolazione della principale piazza del comune di Pecorara a Jacopo da Pecorara appare saggia, proprio per impedire ai propagatori d'odio in servizio permanente effettivo di realizzarsi nell'unica attività che risulta loro congeniale, penso che un richiamo forte e simbolico al 25 Aprile debba trovare ugualmente spazio nel Comune di Pecorara".