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Hospice di Borgonovo, "No a Eluana Englaro"

C'è la contrarietà di alcune strutture sanitarie dell'Emilia-Romagna all'appello lanciato da 250 cittadini al presidente della Regione Errani per accogliere Eluana Englaro. Tra i 12 firmatari Fabrizio Micheli, direttore dell'Hospice di Borgonovo Val Tidone (Piacenza). Proprio nel giorno in cui anche la struttura di Udine, che pareva sul punto di accettare il ricovero della donna, ha dato il suo diniego. Ora Beppino Englaro, il padre di Eluana ha due vie: ricorrere al Tar per chiedere l'applicazione della sentenza del Tribunale della Cassazione, oppure proseguire nella ricerca di una struttura disponibile a compiere la volontà sua e di sua figlia.

La posizione di Fabrizio Micheli, direttore dell’hospice di Borgonovo Val Tidone (Piacenza) viene illustrata sul sito web di Avvenire: «Perché proprio in hospice? Perché far passare l’idea che qui si viene per morire? A nessuno viene in mente il danno, non solo di immagine, ma anche di approccio psicologico per i tanti malati ai quali prestiamo assistenza? Con che spirito entrerebbero in hospice persone che magari hanno di fronte a sé ancora dei mesi di vita? Si arrenderebbero?». Per questo Micheli conclude: «Alla luce di tutto questo io non accetterei il ricovero di Eluana nella mia struttura»

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"No alla terra della morte". Perché "gli hospice sono luoghi di cura per la vita del paziente". Viene manifestata con un documento la contrarietà di alcune strutture sanitarie emiliane all'appello lanciato qualche giorno fa, da 250 cittadini, al presidente della Regione Vasco Errani per accogliere Eluana Englaro.

"Noi, direttori e coordinatori di hospice e ospedalizzazione domiciliare per i pazienti oncologici in fase avanzata di malattia, insieme ai responsabili delle strutture per pazienti in stato vegetativo dell'Emilia-Romagna, avendo letto la petizione di 256 cittadini al presidente della Regione e all'assessore alla Sanità che sollecita a proporre il nostro territorio come luogo di ‘morte procurata' per Eluana Englaro, affermiamo che l'hospice è un luogo di cura e di assistenza, fino al termine naturale della vita, per i pazienti in fase avanzata di malattia", si legge nel testo.

"Eluana non è una paziente in fase terminale, ma una grave disabile che necessita di idratazione, nutrizione e assistenza di base alla persona, come tante altre persone anziane e con disabilità.Gli hospice devono rimanere quello che sono e sono sempre stati: cioè strutture per la vita del paziente, non per la loro morte". Sarebbe molto "triste il passaggio identificativo" dell'Emilia-Romagna "da terra della solidarietà a terra della morte", continua la lettera, aperta a nuove adesioni.

Tra gli altri firmatari della dichiarazione ci sono Marco Maltoni, direttore dell'Hospice di Forlimpopoli e Dovadola, e Cristina Pittureri dell'Hospice di Savignano (Forlì-Cesena); Eliana Crema e Fiorenzo Orlandini della direzione dell'Hospice di Guastalla e Anna Maria Marzi e Sergio Aguzzoli dell'Hospice di Albinea (Reggio Emilia); Massimo Damini e Giorgio Bordin della direzione dell'Hospice di Parma, Mariangela Dardani, direttore dell'Hospice di Langhirano e Giuseppina Del Nevo, direttore infermieristico dell'Hospice di Borgo Val di Taro (Parma); Fabrizio Micheli, direttore dell'Hospice di Borgonovo Val Tidone (Piacenza); Luigi Montanari, direttore dell'Hospice di Lugo (Ravenna) e Lino Piccinini, direttore dell'Hospice di Modena.

 
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