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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Confagri: 500 a Bologna contro i tagli e la crisi

CONFAGRICOLTURA: da Piacenza la carica dei 500
A Bologna per difendere il settore dalla crisi e dai tagli nazionali ed europei

Confagricoltura scende in piazza per chiedere nuove regole di competitività internazionale. Ma anche per rivendicare pari dignità con il resto dei settori produttivi, che possono contare su risorse finanziarie adeguate alla loro valenza economica e sociale. Abbiamo scelto Bologna, spiega Luigi Sidoli, direttore di Confagricoltura Piacenza, per una giornata di protesta nazionale, poiché il capoluogo emiliano esprime simbolicamente il baricentro agricolo del nostro Paese e per evitare, da un lato, eccessivi disagi alla popolazione e, dall’altro, ogni possibile connotazione o strumentalizzazione politica. Crollo generalizzato dei prezzi dei prodotti, dai cereali all’olio di oliva, dalla carne al latte. Aumento dei costi di produzione, macchine, carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci. Mancati interventi sul fronte della previdenza, del fisco, delle assicurazioni, del credito, della semplificazione burocratica, dell’energia. Sono questi i motivi che hanno spinto Confagricoltura a manifestare il malessere dei propri agricoltori. Lavoriamo con prezzi internazionali ma con costi nazionali, più alti rispetto ai nostri competitori, continua Sidoli. Molti i temi sul tappeto. Dai tagli previsti in finanziaria che mettono a rischio il contributo previsto sulle polizze di assicurazione contro le calamità naturali (nessuna cifra ad oggi stanziata per il 2009), il rinnovo delle agevolazioni per la montagna e le zone svantaggiate e il piano irriguo nazionale. Al capitolo del latte con la gravissima crisi di mercato di queste settimane che rischia di peggiorare con l’aumento della quota italiana, la possibile modifica della legge 119 e un’applicazione della direttiva nitrati che non tiene in alcun conto la specificità italiana. Alla situazione di mercato dei principali settori stretti tra costi di produzione raddoppiati e prezzi dimezzati nel giro di pochi mesi. Ad una politica di semplificazione che non si è sostanzialmente ancora sviluppata e che perpetua una burocrazia opprimente fatta di inefficienze nel dare e di rigore nel chiedere. Ancora: politiche dissennate di sviluppo urbano che in un anno hanno distrutto 370.000 ettari di superficie agricola, pari a tre volte la superficie coltivata della provincia di Piacenza. Per arrivare al rischio di ritardo nei pagamenti della Pac che in altri Paesi vengono erogati con forte anticipo rispetto al nostro e con minori complessità burocratiche. Sono temi di estrema gravità e complessità, conclude Confagricoltura Piacenza, che vanno risolti una volta per tutte, ridisegnando le regole della competitività della nostra agricoltura, attraverso politiche nazionali ed europee che superino il complesso di inferiorità che ha contraddistinto gli ultimi negoziati multilaterali.

 
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