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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Arriva il decreto "taglia scuole". La protesta è sullo striscione LE FOTO
   

AGGIORNAMENTO - Le scuole nelle piccole isole e nei piccoli comuni montani potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132mila posti.

Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole con meno di 500 alunni consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). E anche se l'argomento è di competenza delle autonomie locali il governo non si perde d'animo. Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche (quelle che hanno personalità giuridica) il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico".

Ad occuparsene sarà lo stesso esecutivo. "Il presidente del Consiglio dei ministri - recita il provvedimento - diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica". Se la diffida non sortisce effetti scattano le maniere forti. "Ove le regioni e gli enti locali competenti - prosegue il provvedimento - non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta". Scaricando gli eventuali oneri derivanti da tale nomina alle regioni e degli enti locali. (TRATTO DA REPUBBLICA.IT)

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Continua la mobilitazione del mondo della scuola contro la riforma Gelmini. Dopo la proclamazione dello sciopero generale da parte dei sindacati di categoria per il 30 ottobre prossimo, ieri una nuova tappa della protesta a livello locale: Flc Cgil, Cisl Scuola e Comitato “Genitori e lavoratori della scuola” hanno invitato ad appendere, all’esterno di ogni singolo istituto scolastico, uno striscione con la scritta “Difendiamo la scuola pubblica da ineguaglianza, impoverimento e individualismo”. Abbiamo pubblicato tutte le foto che ci sono pervenute dalle scuole e lo faremo ancora: tra le altre, Vittorino da Feltre, Carella, Caduti sul Lavoro, De Amicis, Pezzani, Dante, S. Lazzaro, Farnesiana e 2 Giugno di Piacenza, Caorso, Monticelli, S. Nicolò, Lugagnano.

I sindacati hanno invitato a promuovere, all’interno delle scuole, una discussione con gli studenti sul significato delle parole “ineguaglianza, impoverimento e individualismo, e di come – si legge nel volantino di presentazione – la scuola possa favorire l’uguaglianza, essere luogo di promozione sociale e di costruzione del sapere come valore primario per lo sviluppo e per la democrazia”. Martedì 14 ottobre, nel salone Nelson Mandela (ore 17), un incontro con i rappresentanti di tutti i partiti politici, al quale sono invitati genitori, studenti e lavoratori della scuola. L’ultima – per ora – iniziativa in programma è fissata per venerdì 17 ottobre. Si tratta di una fiaccolata di protesta, che partirà alle 18 dal liceo scientifico Respighi per arrivare fino alla scuola elementare Mazzini.

Ecco il testo del comunicato giunto dal Comitato Genitori-lavoratori delle scuole di Piacenza.

 

 

 

 

10 ottobre : DIFENDIAMO LA SCUOLA  PUBBLICA DA    INEGUAGLIANZA, IMPOVERIMENTO, INDIVIDUALISMO.

Accogliendo l’invito fatto dai sindacati e dal Comitato Genitori-Lavoratori della scuola in moltissime istituzioni scolastiche di città e provincia, oggi sono stati esposti striscioni aventi  la medesima proposta rivolta a tutti i cittadini: difendere la scuola pubblica dagli attacchi di chi vorrebbe impoverirla e farne un luogo dove si opera senza confronto e senza promuovere l’inclusione di tutti,anche dei soggetti più disagiati.

La protesta contro chi vuole riportare la scuola indietro nel tempo non si fermerà nemmeno dopo l’approvazione del Decreto Gelmini alla Camera. Al contrario l’atteggiamento di questo governo sta facendo crescere la presa di coscienza dei genitori e dei docenti e di tutti i cittadini, che si rendono conto di come questa “Riforma”  non abbia nessuna base scientifica . Partendo da premesse di puro risparmio economico, il governo  ha cercato di buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica per non far capire il vero obiettivo ed avere tempo di portare a compimento il proprio operato. Non è un caso che sia stato usato un Decreto Legge che ha impedito una discussione approfondita  e il coinvolgimento del mondo della scuola. Dovrebbe essere significativo che tutte le maggiori Associazioni professionali della scuola, laiche e cattoliche, si siano pronunciate per il ritiro di questo Decreto.

Nessuno pensa che la scuola non abbia bisogno di miglioramenti, ma è assurdo pensare che il miglioramento venga dal togliere tempo scolastico, possibilità di lavorare in modo più disteso e con progetti che aiutino i percorsi scolastici di tutti , anche di chi per diversi motivi ha degli svantaggi di partenza.

E’ assurdo pensare che si inizi il miglioramento destrutturando la scuola dell’infanzia e quella elementare  considerata una delle migliori al mondo.

Il governo non si illuda , non riuscirà a intimidirci. In questi giorno si vocifera di circolari in cui  si invitano i Dirigenti Scolastici e le forze dell’ordine a controllare chi fa propaganda contro il Decreto Legge 137, inoltre davanti a diverse scuole, oggi, la Polizia ha chiesto i documenti ai genitori che volantinavano! Noi continueremo con serietà e responsabilità ad opporci con tutte le nostre forze al Decreto che non porterà nulla di buono alla scuola italiana.

Comitato Genitori-Lavoratori della Scuola di Piacenza

 
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