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Fisco: Piacenza, pressione fiscale a 1562 euro a testa (la media italiana è 1500)

Sfiora i 1.500 euro a testa - quanto lo stipendio di un impiegato d'alto livello - la pressione tributaria locale media in Italia. Lo ha calcolato la Cgia di Mestre, che mette Milano al top per la tassazione locale: nel capoluogo lombardo, infatti, i cittadini pagano per i tributi locali una media di 2.016 euro a testa, subito seguiti da quelli di Pavia (1.947) e di Roma (1.940). Ad Enna, invece, si trova la media più bassa, con soli 647 euro. Sono i principali risultati emersi da un'analisi condotta dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato il peso sul portafoglio degli italiani delle tasse locali. Un dato inteso come rapporto tra la sommatoria delle entrate tributarie versate al Comune, alla Provincia e alla Regione e la popolazione residente. Imposte che ciascun ente locale applica per legge ai propri residenti. A Piacenza la pressione tributaria nel 2006 è stata di 1562 euro pro capite, meno 47 rispetto all'anno prima.

I Comuni hanno come principale fonte di gettito l'Ici, l'addizionale comunale Irpef e la tariffa per l'asporto dei rifiuti urbani; la Province l'imposta sulla Rc auto, l'addizionale sulla bolletta dell'Enel e nell'imposta di trascrizione; le Regioni l'Irap, la compartecipazione dell'Iva, l'addizionale regionale sull'Irpef e la compartecipazione sulle accise della benzina. La media nazionale delle tasse locali procapite è esattamente di 1.469 euro. A fare la parte del leone nella quota di esborsi dei contribuenti, secondo la Cgia, sono i tributi regionali che incidono sul totale per il 55, 8 %; seguiti da quelli comunali (38, 5%) e da quelli provinciali (5,6%). La classifica dell'associazione artigiani mestrina evidenzia come Centro e Nord abbiano le cifre più alte di pressione tributaria del Paese. E così, vicini al podio dei più oberati da tasse e tributi, sono i comuni di Torino, con una pressione 1.893 euro procapite, Mantova e Rieti (1.874), Como (1.873), Pisa (1.861), Novara (1.858), Sondrio (1.845). "E' chiaro - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cia di Mestre - che la lettura dei risultati di questa analisi deve considerare il fatto che dove si pagano maggiori tasse, almeno in linea teorica, i livelli sia quantitativi sia qualitativi dei servizi sono migliori. Inoltre, le tasse sono più alte dove i livelli di reddito sono più elevati". "Ma c'é di più.

L'indicatore preso come parametro di riferimento, ovvero il pro capite - prosegue -, è un buon riferimento che rischia, però, di penalizzare il risultato di quei Comuni che hanno un numero di residenti relativamente basso. Infine, non va dimenticato che la tassazione regionale, che incide per oltre il 55% del totale, in buona parte è dovuta all'Irap, una imposta pagata dalle aziende e dai lavoratori autonomi e non dai cittadini".

 

 
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