Al 17° Congresso Europeo sull’Obesità che si è svolto a Ginevra dal 13 al 17 maggio, la ricerca “Negative regulation of fasting ghrelin by high-glycemic index starch diet”, frutto di una collaborazione tra l’Istituto di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione (ISAN) della Facoltà di Agraria della Cattolica di Piacenza e la Facoltà di Medicina di Pavia è stata scelta tra più di 200 poster presentati e premiata nella Sessione “Clinical Management”.
La ricerca ha analizzato l’effetto che diete ad alto indice glicemico (cioè che innalzano velocemente la glicemia) hanno sulla produzione di grelina, un ormone prodotto dallo stomaco che contribuisce alla regolazione dell’ingestione di cibo. L’indice glicemico è un parametro che esprime la quantità di glucosio contenuto negli alimenti che viene assorbito dal nostro organismo. E’ un parametro importante perché, assieme al carico glicemico, condiziona la quantità di insulina prodotta dall’organismo. Basti pensare che la famosa “Dieta a Zona” si basa proprio sull’adozione di alimenti a basso carico glicemico.
In pratica si è scoperto che diete ad alto indice glicemico determinano un maggior consumo di cibo nei ratti e che la causa di questo potrebbe essere una elevata sensibilità, indotta dalla dieta, a questo ormone che fa mangiare di più.
Quello di Ginevra non è stato il primo lavoro realizzato dalla Facoltà di Agraria piacentina (rappresentata in questo caso dal dott. Rossi Filippo) in collaborazione la Facoltà di Medicina di Pavia (nelle persone di Michele Sculati, Hellas Cena e Carla Roggi): in precedenza le due facoltà hanno studiato insieme la contaminazione da micotossine del latte materno ed il valore nutritivo del frumento biologico.
Sempre nell’ambito delle ricerche sugli alimenti biologici l’Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale e l’ISAN hanno terminato uno studio sul valore nutrizionale del pomodoro biologico che è stato accettato dal prestigioso European Journal of Nutrition.
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