Nell’ambito delle celebrazioni per il IV novembre, si è tenuto in Palazzo Gotico il convegno “Ragazzi alla grande guerra”, organizzato dall’Isrec (Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea) e dall’Archivio di Stato di Piacenza. Davanti a circa 500 studenti delle scuole piacentine, i relatori hanno affrontato il tema dell’identità nazionale nella prima generazione d’italiani e del loro impatto con la guerra. L’incontro è stato aperto dai saluti del prefetto Riccio, del sindaco Reggi e dell’assessore Paparo, che hanno sottolineato l’importanza di ricordare i ragazzi che hanno combattuto e sono morti per la nostra libertà.
Carla Antonini, direttore dell’Isrec, ha spiegato il significato del convegno: “Vogliamo dare un apporto alla riflessione storica riflettendo su un tema come l’identità nazionale che sempre più spesso sta assumendo significati negativi. Bisogna ragionare su che senso ha oggi l’unità nazionale, soprattutto che significato ha per i giovani”. Tra digressioni storiche sul risorgimento e sul periodo fascista, Daniele Ceschin, dell’università di Venezia, ha ricostruito le condizioni dei giovani al momento della chiamata alle armi. “C’è stato un forte conflitto tra giovani e vecchi sulla scelta se prendere parte o no alla guerra. I giovani interventisti vedevano nel conflitto un’occasione di crescita nazionale, mentre i più vecchi ricordano le sconfitte già subite dal nostro esercito, come Adua, che all’epoca avevano creato l’antimito dell’italiano incapace di combattere”.
Successivamente è intervenuto Eugenio Gazzola che invece ha presentato alcuni degli scritti storici che sono usciti recentemente per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Novità editoriali che stanno recuperando i metodi della grande narrazione storica: accuratezza bibliografica, ricerca sistematica delle fonti, eleganza della prosa e ricorso all’autobiografismo. Ha concluso il convegno Eva Cecchinato che ha parlato dei volontari italiani nella Grande Guerra, tra garibaldini, studenti e irridenti.
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