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In 400 al Palabanca per il "testimone" di Medjugorje

Più di 400 persone hanno affollato mercoledì sera il Palabanca di Piacenza dove mons. Girolamo Grillo è stato il protagonista della serata “Madonna di Medjugorje. La testimonianza di un protagonista”. Il vescovo emerito di Civitavecchia, infatti, è l’unico vescovo della storia della Chiesa che non solo è stato chiamato a verificare il fatto (prodigioso o miracoloso a seconda dei punti di vista) ma ne è stato lui stesso protagonista. Era il 1995 quando, sotto il suo episcopato, emerse il caso (su cui la Chiesa non si è ancora pronunciata) di una statuetta della Madonna di Medjugorje, collocata nel giardino della famiglia Gregori, piangente lacrime di sangue. “All’inizio ero incredulo – ha spiegato mercoledì sera – ritenevo fossero tutte sciocchezze. Lo scrivevo pure nel mio diario. Vedevo la vicenda con gli occhi della ragione e sono giunto persino a volere la distruzione di quella statua”. Proprio per questo, per dare un segno forte al vescovo, la Madonna ha pianto mentre era nelle sue mani. “Era il 15 marzo 1995 – ha spiegato rispondendo alla domanda di don Davide Maloberti, direttore de "Il Nuovo Giornale" che ha condotto la serata -. La sera prima mi telefonò padre Gabriele Amorth. Fu una telefonata che turbò mia sorella e le suore che vivevano in episcopio. Disse che tutto era già stato annunciato un anno prima da un’anima da lui seguita. Io pensai che, anche in quel caso, si trattasse di sciocchezze”. Proprio la sorella di mons. Grillo insistette per pregare di fronte alla statuetta. Statuetta che iniziò a piangere tra le mani del vescovo. “Mi sentiì male – ha sottolineato – diventai bianco, rischiai di svenire. Mia sorella, nel sorreggermi, si macchiò la mano del sangue fuoriuscito dall’occhio destro della statua; sangue che subito evaporò”. L’evento prodigioso lasciò scioccato mons. Grillo che, per più di tre anni, non volle parlare dell’accaduto e, anche oggi, ne parla in rare occasioni (da qui l’eccezionale rilevanza della serata piacentina). “La Madonna – ha concluso – ci chiama alla conversione, alla preghiera, ci accoglie dandoci conforto, placando i nostri dolori”. La promessa è stata quella di tornare nella nostra città. “Riempiremo il Palabanca – ha detto mons. Pietro Casella (parroco di Sant’Eufemia che, facendosi portavoce di un gruppo di suoi parrocchiani, ha invitato mons. Grillo a Piacenza). A chiudere la serata le riflessioni del presidente della Provincia, Massimo Trespidi, dell’assessore alla cultura del Comune di Piacenza, Paolo Dosi e del rappresentante della questura il sostituto commissario Pietro Ricci.

 
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